Rally San Marino

Ho alcuni nanetti sul rally di San Marino. Appena trovo il tempo li posto.
X sundance76, sì quattroruote se ne è occupato del rally di San Marino, ma non credo di essere stato immortalato dal mensile milanese! Mi aveva snobbato. Sic!

Marzo 1973
E’ l’inizio del 1973 quando mi accordo con Leo Garin per correre alcune corse con la Fulvia HF gruppo 3 e così con il signorotto valdostano mi presento a San Marino.
Prove con partenza da Milano nella serata di venerdì; sabato e domenica su e giù per le speciali attorno al Monte Titano. Nulla da segnalare grazie anche alla dotazione rallystica di Leo che ci consentiva di provare con un magnifico muletto di Fulvia coupé HF gruppo 3 di un bel colore rosso.
Arrivano i giorni della gara. Io mi presento al volante della mia belva di allora, una magnifica Fiat 128 Coupé 1300 color giallo canarino, mentre gli aostani si trasferiscono in massa a San Marino con i seguenti equipaggi e mezzi: Garin padre, il mitico Filippo che ha dato il nome al prestigioso ristorante di Courmayeur La Maison de Filippo, con Garin madre a bordo di un furgoncino Mercedes pieno di gomme e ricambi da impiegarsi come mezzo per le assistenze, Patrizia, moglie di Leo al volante del muletto Fulvia HF e Leo al volante della Fulvia HF da corsa, un’auto preparata dal mago Maglioli, ma che non mi ha mai attizzato più di tanto. Era competitiva, ma non mi faceva impazzire come le altre Fulvia HF perché era di colore argento metallizzato e poi perché il nero opaco non copriva solo il cofano motore, ma in pratica tutto il frontale. Altra nota stonata la mia stanza. Già perché non era nell’albergo dove c’erano Leo e il suo parentado, ma in una dependance ed essendo abitata normalmente dalla figlia del gestore aveva le pareti rosa ed era piena di bambole. E qui, non sto a raccontare la presa per i fondelli di tutti visto che Leo andava in giro rivelando i suoi dubbi sulle mie tendenze e a chi sosteneva l’infondatezza su quanto lui asseriva lo portava a vedere “la stanza delle bambole”. Mah, per me le avventure non erano certamente all’ordine del giorno, ma con tale pubblicità ero praticamente un “tagliato fuori”, almeno a San Marino.
Beh, tra uno sfottò e l’altro arriva il giorno della gara.

Eccoci alla partenza del rally di San Marino



Partiamo. Trasferimento all’autodromo Santamonica, qualche giro di pista e via per le vere prove speciali. Una, due, tre, quattro prove, poi arriva la notte. Troviamo sempre il furgoncino Mercedes di Filippo nei punti prestabiliti ad integrare quelli della mitica scuderia Tre Gazzelle cui abbiamo l’onore di appartenere. Continuiamo nel nostro rally le prove speciali si susseguono senza inconvenienti. Non stiamo andando male anche se devo dire che Leo in qualche prova, specie quelle in terra, guida un po’ contratto, sembra cioè non “usare il sinistro” nei tornanti e nelle curve strette con il cipiglio che ci metteva durante le prove.





Albeggia, siamo a disposizione del cronometrista che scandisce il tempo che manca alla nostra partenza per la prova speciale. Cinque, quattro, tre, due, uno, pacca del cronometrista sul tetto. Via. Prima (in basso), seconda, terza. La Fulvia HF prende velocità. E’ una prova speciale in asfalto. All’inizio un misto in pianura che poi, gradatamente, sale verso una collina.
Leo ci da dentro. Alle prime luci dell’alba sembra ringalluzzito. Sicuramente, mentre lavora di acceleratore, sterzo, cambio e freno per fare andare il più forte possibile la Fulvia HF n° 61, la pensa come me: il più è passato ancora tre prove e poi l’arrivo a San Marino.
Dai Leo, vai! Stiamo andando veramente bene,. La strada ora inizia a salire tra i campi appena arati della collina. Un misto fatto di lunghi rettilinei, curve e controcurve, tornanti. Leggo le note con una certa cadenza per non intralciare il ritmo che ha preso Leo. Poi, dopo l’allungo, un tornante destro. Leo imposta, colpo di freno con il sinistro. La Fulvia HF s’intraversa e mentre Leo da una profonda accelerata al termine della curva sentiamo un forte “clak” provenire dall’avantreno. Il motore va quasi in fuori giri, come se il cambio fosse stato messo in folle. Noi però quel rumore l’avevamo lo avevamo già sentito e abbiamo capito subito di che cosa si trattava: rottura del giunto. Già, e gara finita.
Leo parcheggia la Fulvia HF sul lato destro e ci sistemiamo sul cofano a vedere transitare tutti gli altri. Quando passa la “macchina scopa” che riapre il percorso chiedo un passaggio per raggiungere fine prova dove abbiamo la nostra assistenza. Trovo il furgone di Filippo ed anche la Fulvia HF muletto. Chiedo l’intervento del carro attrezzi che e li a una distanza di qualche metro. Indico all’autista più o meno il punto dove si trova la nostra auto vicino alla quale era rimasto Leo e dico all’assistenza che vado a ricuperare Leo con il muletto. Al volante della Fulvia però si mette Patrizia, la moglie di Leo. E’ agitata, chissà perché, e mi dice che vuole guidare lei, così scarica la tensione. Partiamo. L’avviso di muoversi con prudenza. C’è traffico specie in controsenso. Sono gli spettatori che si muovono verso un’altra prova speciale. Patrizia non mi ascolta. Non guida male, anzi, ma io non mi sento sicuro. Qualche chilometro e poi inizia la discesa dove avremmo trovato Leo e la Fulvia da gara. Poi, due curve prima in un rettilineo la Fulvia HF entra in un avallamento formatosi per un cedimento della sede stradale causato da un piccola frana. L’auto si intraversa e poi cappotta. Per fortuna ci fermiamo sul tetto dopo una decina di metri sulla strada senza infilarci nella scarpata. Dico l’ormai solita frase che si usa in questi casi e cioè “Tutto bene?” Patrizia risponde di sì, ma non riesce a saltar fuori. L’aiuto, esce dalla Fulvia muletto con un po’ di difficoltà dato che era a testa in giù. E’ un po’ rintronata ma sta bene. Tempo di assicurarmi ancora un volta che non si è fatta nulla e arriva trafelato Leo. Era un po’ più sotto, a qualche centinaia di metri e ha sentito il botto. Beh, dopo qualche minuto arriva il carro attrezzi. Si ferma. L’autista mi vede e dice “Aho, vado in giù a caricare quella da corsa, la porto in officina e poi ritorno a prendere questa. Così facciamo un conto unico”
Già. Ho atteso qualche ora prima di venire recuperato dal solerte carro attrezzi e poi raggiungere a San Marino “la stanza delle bambole”. Nel pomeriggio, via verso Milano al volante della mia stupenda Fiat 128 Coupé 1300 giallo canarino e in autostrada avevo già in mente la gara seguente. Il 999 minuti.
Questa, però, è un’altra storia.

Quando non si ascoltano i navigatori succedono queste cose.

Sì sono ancora andato con donne al volante, ma la tensione glie l'ho fatta scaricare prima. Sic!

Già, brunoba57, ma se ti riferisci a Patrizia, come avrei fatto a dirglielo a Leo?

Già, ma un noto adagio dice: chi è causa dei propri mal, pianga se stesso! Così è rimasto tutto i famiglia!

Mah, non lo so perché io ho corso un anno con lui e abbiamo difeso o, almeno abbiamo tentato di difendere, i colori della scuderia Tre Gazzelle.
Quanto alla bandiera fammela avere: mi attizza arrivare alla mattina sbandierandola mentre entro in redazione. Azz!