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Lancia Fulvia Coupé HF, L'elegante coupé che vinceva i rally

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Twinmaster
view post Posted on 29/11/2009, 13:05 by: Twinmaster     +1   -1
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Lancia Delta S4

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Lancia Fulvia HF

La chiamavano affettuosamente “Fulvietta” un po’ tutti, anche quelli che con i rally avevano ben poco a che fare.
La popolarità della Fulvia HF non ha infatti avuto eguali: era la coupé attraente ed elegante che vinceva corse pazzesche: l’automobile con cui si era messo in luce uno dei più grandi piloti italiani di rally: Sandro Munari. Era la vettura sognata dai giovani, ma soprattutto quella che, con le sue vittorie, ha avuto il grande merito di aver fatto conoscere i rally, sino ad imporli all’attenzione di un pubblico sempre più vasto.
La sua storia ha inizio nel marzo del 1965 con la presentazione al Salone di Ginevra della Fulvia coupé che, con passo ridotto, derivava meccanicamente dalla berlina Fulvia 2C: aveva motore di 1216 cc da 80 CV, cambio a quattro marce e pesava 960 kg.
La Lancia e il suo direttore sportivo Cesare Fiorio si resero subito conto che quella piccola coupé aveva tutte le carte in regola per affermarsi nei rally: infatti il suo debutto nelle corse, come vettura ufficiale della HF Squadra Corse, avvenne la giro di Corsica dello sesso anno: La Casa torinese vi partecipò con un prototipo, pilotato da Leo Cella, più leggero di 80 kg rispetto alla coupé di serie.
Questa versione “corsaiola” venne poi prodotta in serie e omologate nel gennaio del 1966: si chiamava Coupé HF. Montava un motore di 1.2 litri da 90 CV e peso ridotto a 780 kg grazie a porte cofani d’alluminio, finestrini e lunotto in plexiglass. Disponibile unicamente rossa con tre strisce al centro, una azzurra e due gialle (i colori della città di Torino), venne prodotta in 435 esemplari: costava 1.745.000 lire.
Ottenne la sua prima affermazione su finire del 1966: Cella e Lombradini vinsero infatti il rally ei Fiori.
Il progetto Fulvia era ormai in pieno sviluppo e la nuova e promettente vettura subì un costante aumento di cilindrata che, dai 1216 cc della prima versione, passò ai 1288 fino ai 1584 cc con prototipi intermedi di 1330 e 1401 cc.
Presentata al Salone di Torino del 1968, la Rally 1.6 HF, che era equipaggiata con un motore di 1.6 litri da 115 CV, aveva cambio a 5 marce, peso di 850 kg ed un prezzo di 2.250.000 lire, è stata la versione che ha consentito alla Lancia di entrare con autorità nel giro mondiale dei rally.
Nel 1969, la Casa torinese colse infatti importanti successi internazionali: all’inizio stagione, Källström, con l’HF 1.6 vinse il rally del Mediterraneo (una gara parallela al rally di Montecarlo in cui erano ammessi i prototipi); nel mese di agosto s’impose con i piloti Källström, Barbasio e Fall nella maratona delle 84 ore del Nürburgring, una gara massacrante che sostituiva la classica Liegi-Sofia-Liegi; infine, sul finire della stagione, s’affermò al rally inglese del RAC sempre con Källström che, grazie a quella vittoria, conquistò anche il titolo di campione europeo.
La Fulvia HF cominciava ad entusiasmare e dimostrava anche un’invidiabile versatilità. Sempre del 1969 infatti, il modello “barchetta sport”, una Fulvia HF 1.6 trasformata in spider e battezzata F&M Special, dalle iniziali di Fiorio e Maglioli, terminò la Targa Florio in nona posizione assoluta con al volante Munari e Aaltonen.
Erano gli anno in cui la simpatica coupé torinese vinceva tutti i rally italiani (Barbasio-Sodano si aggiudicavano il campionato italiano del 1971) e ben si comportava in quelli all’estero.
La competitività dell’HF 1.6 era ormai fuori discussione: le versioni più spinte avevano quasi 160 CV, erano state alleggerite di circa 40 kg e montavano un differenziale autobloccante.
La notevole affidabilità e robustezza meccanica costituivano inoltre la carta vincente dell’HF nei confronti di vetture famose e potenti come le Renault Alpine e le Porsche 911.
E’ nel 1972 che, sovvertendo ogni pronostico, la Fulvia HF ottiene la più importante vittoria della sua lunga carriera dominando il più prestigioso dei rally, quello di Montecarlo, con Munari-Mannucci, infliggendo alla Porsche 911 S spinta da un sei cilindri da 240 CV di Larrousse un distacco di oltre 10 minuti e surclassando le avversarie di sempre, le berlinetta Renault Alpine che all’epoca costituivano la famigerata “Armata blu”. Un successo, quello del Monte, tra i più desiderati e inseguiti per lungo tempo.
In quell’anno, Lampinen vinse in Marocco, Munari si aggiudicò i rally di Sicilia e San Martino di Castrozza, Ballestrieri quello di Sanremo.
A fine stagione la Lancia conquistò il suo primo campionato del mondo, un successo esaltato dalla vittoria di Barbasio-Sodano in quello italiano.
La gloriosa “Fulvietta” venne ancora impiegata ufficialmente nei grandi rally per quasi due anni, durante i quali consentì a Munari-Mannucci di conquistare nel 1972 il campionato europeo e di ben figurare, nel 1974, all’East African Safari, dove, sempre con Munari, si classificò al terzo posto assoluto.
La Fulvia HF aveva ormai concluso la sua fantastica carriera nei rally, ma anche al momento di andare in pensione lo fece da protagonista: i punti conquistati nella corsa africana si resero infatti preziosi per la conquista del secondo campionato mondiale della Lancia, poiché si sommarono a quelli ottenuti con le vittorie di Munari (rally di Sanremo e Rideau Lakes in Canada) e di Andruet (Giro di Corsica). Queste ultime gare vennero disputate al volante della nuovissima “arma per i rally” della Lancia: la Stratos.

La Fulvia coupé HF nella prima versione con motore 1300
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La Fulvia HF in versione con motore 1600, conosciuta anche come "fanalone"
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Edited by sisteron - 13/3/2020, 22:58
 
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