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CITAZIONE (pesce carlo @ 12/9/2012, 11:53) Non è mai corretto coinvolgere persone che non ci sono più, ma l’intervista pubblicata a pag. 115 di TUTTORALLY+ del mese di settembre non lascia spazio a sentimentalismi. In questa intervista un licenziato diciannovenne afferma che tre anni fa (quindi a soli 16 anni) è salito in auto con il padre ed ha disputato una (o tutte?) le ps del Rally del Canavese. Questo per dare soddisfazione al genitore che il giorno dopo è stato ricoverato in ospedale e non si è più ripreso dalla malattia che lo ha condannato. Ora, questo racconto da libro Cuore farebbe tenerezza non fosse che vengono ammesse tutta una serie di fatti degni di una associazione a delinquere (sono più di tre i protagonisti del fatto) e che fanno arrrrrrrrrrabbiare tutti coloro che per molto meno sono stati squalificati in nome della sicurezza. Analizziamo i fatti, il neo-licenziato (1) afferma che il navigatore ufficiale (2) dopo aver timbrato al c.o. lo ha fatto salire sulla vettura da gara guidata dal padre (3), ma l’addetto ai c.o. (4) che controlla sempre tutto prima di lasciare andare la vettura alla partenza non si è accorto di nulla? Fesso o complice? E il medico (5) che ha rilasciato la licenza a questo pilota, che per stessa ammissione dell’intervistato era in condizioni fisiche penose (…..in quel periodo non riusciva neanche più a stare seduto……), non ha visto le condizioni fisiche del paziente, quando a molti chiedono TUTTI gli anni l’elettroencefalogramma che per legge deve essere presentato solo alla prima visita o dopo fatti traumatici ? E che dire dell’organizzatore (6) che era al corrente di tutto ma non ha avvertito il Direttore di gara, lo ha fatto come atto di pietà o per intascare un iscrizione in più? Sono ben 6 le persone coinvolte per pensare che il tutto sia una semplice furbata andata bene, c’è complicità tra più persone per arrivare ad un risultato finale. Certo alcune analisi sono pesanti, ma se pensiamo che se vi presentate al via di una ps senza calze ignifughe vi squalificano o se pensiamo a tutte le richieste ultraburocratiche di alcuni medici sportivi o, ancora pensiamo alle discussioni sulla sicurezza che da alcuni anni ci vengono propinate per far passare regolamenti sempre più stringenti, l’aver messo a repentaglio la sicurezza della gara e degli spettatori meriterebbe che gli Organi della CSAI facessero una bella inchiesta e sospendessero alcune licenze o meglio che qualcuno venisse radiato dalla pratica sportiva per sempre. Voi che ne pensate ? Bisogna prima accertare se tutto questo è vero. Nel caso lo fosse io non mi stupirei per niente, in Italia, che reputo un paese ormai marcio in ogni sua istituzione, che accadano questi fatti lo ritengo possibile. Come riterrei possibile che, nel caso che la salute del padre pilota fosse come descritta qui sopra, ci sarebbe stato qualcuno, anche più di uno, tuonare, tacciandolo di: insensibilità, cieca applicazione del regolamento e amenità varie, nel caso qualcuna delle autorità preposte, non gli avesse dato il nulla osta per la licenza.
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