| Una giornata un po’ speciale: con Michèle Mouton e l'Audi "quattro Sport S1"
Ho conosciuto Michèle Mouton ad un rally in Francia. Me l’ha presentata una delle ragazze del team Aseptogyl transalpino. Un po’ timida, riservata, sembrava spaurita nel folto gruppo delle “tremende” e simpaticissime ragazze del team rosa da rally. Va da sè che ho anche conosciuto la sua cara e dolce navigatrice Francoise Conconi una coequipier ideale per Michèle che in corsa diventava una vera belva. Ci siamo visti anche quando ho appeso il casco al chiodo, dato che, almeno per i primi anni da ex, sono rimasto nel giro andando a vedere, sia pure saltuariamente, qualche rally. Poi ci siamo persi di vista per anni. All’inizio del 2001, subito dopo il Rally di Montecarlo, l’Audi mi ha invitato nel Principato per festeggiare i 21 anni della trazione integrale “quattro”. Mi ricordo che era una mattinata splendida sulla Cote d’Azur quando ho rivisto Michèle, in splendida forma, mentre si metteva la volante di una “quattro Sport S1” da gara, conservata magnificamente bene, tanto che sembrava che l’Audi la volesse iscrivere alla prossima gara del campionato del mondo dei rally. La “quattro Sport S1” è l’auto da corsa che Michèle ha diviso con la navigatrice italiana Fabrizia Pons, spazzando via, con brillanti risultati, soprattutto tanti pregiudizi. Michèle Mouton a bordo dell’Audi da corsa è avvolta dall’alto sedile anatomico. I “vecchi” meccanici del team ufficiale Audi l’aiutano ad allacciarsi la cintura di sicurezza. Noto che il tempo non ha scalfito minimamente il rispetto e l’ammirazione di cui la Mouton era circondata negli anni della gloria. Disponibile cordiale, ha ancora la bella massa di capelli ricci raccolti dietro la nuca, ma non indossa la pesante tutta ignifuga. Michèle chiama la “quattro Sport S1” il “mostro”. Si, per lei è sempre stata il mostro in senso positivo naturalmente. Un’auto, piena di forza, massiccia, diversa dalle snelle e gradevoli avversarie Peugeot e Lancia, per non parlare poi della Renault Alpine, con cui ha iniziato a correre. Già durante le prove lei si era accorta che la “quattro” era più veloce delle avversarie. Mi ha confessato che per guidarla al limite si è dovuta impegnare a fondo e apprendere, grazie all’aiuto del grande Mikkola, anche qualche manovra particolare come, ad esempio, frenare e accelerare contemporaneamente con il piede sinistro, ma gli bastò una corsa per familiarizzare con la particolare guida che richiedeva un’auto a trazione integrale. Michèle intanto preme il pulsante sulla plancia e avvia il possente 5 cilindri turbo e sono sufficienti pochi chilometri per fare affiorare in lei i ricordi. Confessa che la “quattro” e i rally sono ancora nel suo cuore, che il motore per lei è sempre stato un pezzo di ferro. L’importante era il rumore del motore, e quello della “quattro” era per lei musica per le sue orecchie. Confessa anche di avere un interrogativo che non ha mai sciolto:chi, stando al volante della “quattro” fosse il più forte, il pilota o l’auto. Prima di salutarci le chiedo se ha dei rimpianti. Assolutamente no e mi dice che lei vive il presente, tutto il resto è passato! Ho rivisto ancora Michèle due o tre anni fa a Milano, era insieme a una sua grande amica: Anna Cambiaghi. Loro sì che si vedono di frequente. E, per finire una annotazione. Al reparto corse dell’Audi sono state realizzate complessivamente 103 “quattro”, 22 “quattro Sport” e 20 “quattro Sport S1. Ciao Michèle, ciao campionessa, un abbraccio.
Edited by Twinmaster - 16/2/2009, 07:49
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