CITAZIONE (gaspa206wrc @ 1/1/2024, 16:52)
CITAZIONE (sisteron @ 16/12/2023, 10:17)
Ciao Sisteron e a tutti gli utenti, secondo voi quali obiettivi sta cercando di perseguire la federazione con questa scelta regolamentare ? Io faccio davvero fatica a comprenderlo ...
Ciao, per come la vedo io l'unico obiettivo che seriamente tutti quanti, FIA e promoter, stanno perseguendo con successo è quello di infilarsi in un ginepraio.....dal quale, spero, sarà ancora possibile venire fuori. Ma non mi sento così sicuro da scommetterci...
Il poche parole tutto questo complicatissimo costrutto avrebbe quale palese scopo quello di rendere la domenica mattina interessante per dei potenziali "spettatori", limitando artificiosamente sia il problema dei pochi concorrenti sia il (falso) problema di vederli trottare al risparmio in attesa della PS conclusiva.
Perchè darsi tanto disturbo?
Banalmente perchè sembra essersi diffusa la convinzione che in mancanza di un redde rationem finale ogni cosa sia destinata ad andare a remengo, rally compresi. Non è un caso se la power stage sia stata formalmente identificata con l'ultima PS del rally; perchè non scegliere la prova più lunga? oppure la prova più iconica? hanno scelto l'ultima perchè nel loro mondo ideale ogni gara dovrebbe essere una sfida sul filo dei secondi per 3 giorni (pure troppi secondo alcuni) da concludersi con un duello finale tipo film western. Cosa che talvolta succede....ma non sempre. E allora forzano la mano affinchè ci si avvicini il più possibile a questo modello ideale.
Un modello ideale che sfortunatamente appartiene più ad altri sport o ad altre forme di motorsport, dove è molto più logico introdurre il concetto di "finale"; oppure il concetto di "corpo a corpo".
Ed è a questo punto che emergono, palesi, i limiti di federazione e promoter: questi concetti, che sono molto adatti a fare presa su persone che dispongono di limitata attenzione e poca propensione all'approfondimento, sono l'antitesi del rallysmo, che per principio non prevede il corpo a corpo e, soprattutto, non funziona condensato in un numero limitato di ore. I rally sono eventi lunghi, nello spazio e nel tempo e, per essere compresi, necessitano quantomeno di un grado di attenzione e di spiegazioni che vanno oltre lo spettatore distratto di un GP domenicale...
Non fosse altro perchè se l'idea che dopo il pronti partenza via quello che arriva per primo vince è un concetto banale e comprensibile anche alla mente più comune diventa un altro paio di maniche rappresentare una disciplina in cui quello che vedi arrivare in fondo per primo può non essere quello che ha vinto; o dove chi vince tutte le PS può tranquillamente terminare indietro in classifica...già....perchè una volta fatto capire allo sprovveduto di turno che si lotta contro il tempo in PS, l'equazione "più veloce di tutti in PS = vittoria" continua tragicamente (sempre per lo sprovveduto) a non essere vera. Perchè ci sono i CO ed i tempi delle timbrature: quello che ha vinto tutte le PS potrebbe aver timbrato un anticipo di svariati minuti e dunque correre tutta la gara per ottenere solo un piazzamento.
In sintesi: i rally sono qualcosa di abbastanza complesso che necessita di un certo impegno per essere compreso.
E qui arriviamo agli errori che federazione e promoter stanno commettendo: nel delirio di individuare su scala planetaria un seguito di sempre più ampio di
consumatori hanno deciso indirizzare questo sport verso quelli che sono i fruitori (NON necessariamente appassionati di motori) tipici di altre discipline motoristiche, dimenticando che i rally hanno tutta una serie di peculiarità che con questo indirizzo vengono ad essere tradite; a discapito degli appassionati che i rally hanno imparato a comprenderli e che proprio per queste peculiarità li amano.
In conclusione ci troviamo in un corto circuito generato dall'incapacità di troppa gente di arrivare comprendere che certe ricette, magari anche valide per trovare nuovi appassionati in F1 o WEC, non possono funzionare per uno sport dove certi meccanismi di "semplificazione" si scontrano con la struttura stessa della disciplina. Un corto circuito i cui esiti possono essere esiziali: non c'è la garanzia che attiri nuovi tifosi esattamente come non c'è quelle che lo scontento generato non allontani quelli che ci sono già
