| Devo confessare che ci ho messo un po’ di tempo per ricordarmi dove piazzare quella fottuta “h” nel suo cognome, ma poi… Beh, consonanti a parte devo dire che Walter Rohrl oltre essere un serio professionista e un grandissimo pilota, è una persona amabile per vari motivi: non è un montato, è pignolo, ma non all’eccesso e soprattutto è molto cortese e disponibile. Lo è sempre stato. Ci siamo ovviamente conosciuti sui campi di gara. Prima come temibile avversario, al volante di Porsche e Opel, tanto per citarne alcune, poi come suo tifoso quando è entrato a fare parte della squadra Fiat Rally. Prima e dopo la gare, ma anche ai bordi della strada, alle assistenze, ho seguito la sua carriera di fuoriclasse dei rally. Ma è fuori dalle corse che la nostra amicizia si è fatta sempre più forte. Ricordo che c’è stato un periodo che Quattroruote si avvaleva dell’opinione di alcuni campioni del volante, specialisti dei rally (Munari, Balestrieri, Rohrl) o delle corse in circuito (Reutemann, Fittipaldi, Alboreto), per giudicare alcune auto sportive. Uno di noi portava l’auto in prova a casa loro, la guidavano, si facevano delle fotografie e, alla fine, davano i giudizi scrivendoli si di una pagella. Capitava che si andasse in Francia in Costa Azzurra da Reutemann, in Svizzera da Fittipaldi. Capitava anche che il “pilotone”, specie quello di formula 1, ti concedeva al massimo un’ora scocciato perché gli facevi perdere del tempo che lui avrebbe voluto dedicare allo sponsor o a qualche donzella che aveva raccattato da qualche parte per il mondo e che all’appuntamento si presentasse con qualche ora “accademica” di ritardo. Non era la regola, ma, diciamo che alcuni e non quelli menzionati, erano veramente strafottenti. La prima auto che portai a Walter Rohrl, nella sua natia Regensburg (nella zona di Monaco di Baviera, di Ingolstadt, per intenderci), fu una Renault 5 Turbo, quella a due posti con motore centrale posteriore. Alla mattina, in albergo, sto facendo colazione con il fotografo. Sono da poco passate le nove e mi si para davanti Walter un po’ trafelato. Lo saluto e lui si scusa dicendomi che quei minuti oltre le nove sono dovuti al traffico cittadino. Sic! Rincuorato Walter, iniziamo a fare il programma della giornata. Memore dei miei “polli” precedenti chiedo a Walter quale è la sua disponibilità per realizzare il sevizio fotografico e gli rammento che deve conteggiare almeno una mezz’ora per scrivere i suoi giudizi sulla pagella. Ricordo benissimo che mi disse. “Oggi è il xx di aprile. Io sulla mia agenda ho scritto che il xx di aprile devo fare un servizio per Quattroruote e quindi sono a vostra disposizione per tutta la giornata.” Beh devo dire che sia io sia il fotografo siamo rimasti basiti per tanta disponibilità che è continuata anche nel pomeriggio quando ci ha condotto in alcuni posti ideali per fare delle belle fotografie. In un altro viaggio gli abbiamo fatto giudicare l’Audi quattro, la mitica coupé a quattro ruote motrici. Ci ha portato in una foresta all’uscita della quale c’era un dosso su sterrato. Beh, prima di fare le foto ha fatto qualche passaggio veloce per prendere le misure, poi, prima degli scatti fotografici ha chiesto a me e al fotografo se, spiccato il salto sul dosso, quando l’auto era in aria volevamo che la mettesse di traverso sul fianco destro o sinistro. Azz. Un'altra volta, e qui siamo ormai in tempi recenti nella sua veste di uomo immagine e di tester Porsche, al volante di una poderosa Carrera GT mi spara oltre i 350 allora in un aeroporto ex sovietico nella ex Germania dell’est e mi fa fare tutto di traverso un percorso misto ricco di curve e contro curve. Dopo avermi frullato per un po’ ferma la macchina e mi da appuntamento per la sera dicendomi che mi deve parlare di un’idea che gli è venuta durate la prova appena conclusa. Era quella di portare la Carrera GT, nel giorno della sua presentazione a Parigi, al Louvre, dove ci sarebbe stata la conferenza stampa, raggiungendo il noto museo parigino percorrendo al mattino prestissimo i Campi Elisi. Fu un successo, per la prima volta una Casa aveva indetto una conferenza stampa per presentare un nuovo modello al mattino alle 6 (motivi di apertura del museo fissata alla ore 8) e per di più al Lourve. Nonostante l'ora pazzesca, c'erano veramente tutti, gionalisti, fotografi, responsabili della Poerche e le loro mogli, eccetera. Ora con Walter ci si vede alle presentazioni stampa delle nuove Porsche e ai Saloni. Beh non è assolutamente cambiato. Ogni volta è un vero piacere passare anche solo qualche minuto con lui.
Edited by sisteron - 14/5/2021, 23:40
|