RALLYMANIA

Amilcare Ballestrieri, Il "Balestra"

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Fling
view post Posted on 18/3/2010, 08:52     +1   -1




Ciao!Non sapevo che Roberto fosse il figlio di Felice (vinse anche una 1.000 miglia???)
Naturalmente la mia segnalazione del libro non era rivolta agli intenditori ed appassionati di lunga data come Te, ma a tutti coloro che si sono approcciati a questa disciplina da poco tempo e che magari amano la storia ed i rallies di un tempo.
 
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view post Posted on 18/3/2010, 15:13     +1   -1
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Lancia Delta S4

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Amilcare Ballestrieri, più volte campione Italiano di velocità di motociclismo, grande amico di Leo Cella e Franco Patria, i due giovani corridori di Sanremo tragicamente scomparsi, ha iniziato nel 1968 la sua attività nel Raliyes con una Renault «8 Gordini». Nel 1969 ha partecipato al Rallye di Montecarlo con una normale Lancia Fulvìa coupé 1,3 Rallye.

Ecco come è andata e cosa è avvenuto in 6000 km dì corsa e di guida ininterrotta raccontati da Amilcare Ballestrieri. Alla fine del racconto Amilcare dà qualche consiglio a chi allora avesse deciso di “correre” il terribile “Monte”, compresa una “nota spese” molto significativa per l’epoca.

Quando abbandonai la moto per dedicarmi all'auto ero ormai deciso a partecipare al Montecarlo che, a torto o a ragione, è ritenuto il più famoso dei Rallyes. Già lo scorso anno quando seguii il povero Cella nel suoi allenamenti, mi resi conto delle difficoltà che il Rallye presentava: tuttavia ero fermamente deciso a disputarlo. Perciò quando la Jolly Club mi mise a disposizione una «Fulvia coupé gruppo 1, fui ben contento di potervi partecipare pur sapendo che con una vettura strettamente di serie non potevo permettermi nessuna affermazione di rilievo. Il mio navigatore, Daniele Audetto, è lo stesso che Cella aveva scelto per il Montecarlo dello scorso anno e che era già stato con me nella mia prima corsa, il rally dell’isola d’Elba. Ebbi così il grande vantaggio di potere usufruire delle «note» che erano state preparate lo scorso anno, naturalmente con l'eccezione delle nuove tappe inserite quell’anno.

Iniziammo gli allenamenti In dicembre con un certo ritardo, dato che sia il mio distributore di benzina sia il bar di Daniele ci lasciavano ben poco tempo libero. Mi accorsi sin dalle prime prove, che il Rallye era molto più difficile dello scorso anno, e mi resi conto di quanto a mal partito mi trovassi sulla neve, che mai in tale quantità avevo trovato sulle mie colline vicino a Sanremo. Poi a poco a poco mi sono abituato.

Le prove sono certo uno degli aspetti più interessanti di tutto il Montecarlo: è durante le prove che si fanno le amicizie e le esperienze utili, e soprattutto si ha il modo di studiare da vicino la tecnica dei campioni. Contavamo di effettuare gli allenamenti per circa quindici giorni, il minimo necessario, per farsi almeno un'idea di quello che sarebbe stato il Montecarlo: riuscimmo invece a racimolare a mala pena una settimana, limitandoci a provare solo i tratti più Impegnativi, come il Turini e le nuove tappe inserite in quella edizione del 1969.

Le sorprese, amare sorprese, cominciarono per noi sin dalle prime battute della corsa. Il Montecarlo era stato accusato dai corridori e dai giornalisti di essere diventato troppo facile, inferiore ad altri Rallyes che si correvano in Europa. Perciò gli organizzatori si erano vendicati e avevano trasformato la lunga marcia di trasferimento (3500 km. circa), che fino allo scorso anno altro non era che una tranquilla passeggiata, in una tappa tiratissima, dove era un problema rispettare la media prevista dei 60 kmlh, sia per la nebbia sia per le caratteristiche delle strade. Decisi perciò di guirare sempre io per non correre il rischio di arrivare in ritardo.

Ma ecco la cronaca della nostro Monte in corsa.
Durante la prima giornata la prima disavventura: l'Impianto elettrico della Fulvia va a massa, privandoci dei fari e così un po' per l'oscurità un po' per la nebbia, perdiamo ben 40 minuti. Ne fa le spese anche uno degli equipaggi «ufficiali» della Datsun che ci ha seguiti fiducioso nella nostra miglior conoscenza del percorso. Sono ormai sicuro che non riuscirò mai ad arrivare in tempo a Montecarlo per disputare le due prove finali. Invece la fortuna e la rabbia per quello stupido errore mi aiutano a continuare. Riesco così a classificarmi tra quelli che disputeranno il percorso comune, nonostante l'handicap in partenza di quasi 40 minuti. Ma le disavventure non sono finite Al termine di due durissime tappe, durante un attimo di tregua, in un tratto molto facile nel quale si riesce facilmente a stare nei tempi perdo un attimo la concentrazione (è spiegabile, mi sembra, dopo 4000 km. di guida!), ma è un attimo fatale e mi risveglio contro un masso grande come una casa che distrugge la fiancata sinistra e parte dei fari, privandomi dei 50% delle luci. Benché con quei pochi fanali proseguo, «tirando» come un disperato tra le urla e le imprecazioni di Daniele che mi scongiura di andare più piano. Sorpasso non so quanti concorrenti, partiti prima di me: molti li trovo nel burroni che fiancheggiano la strada, altri sono finiti contro le piante.

In compenso vedo nello specchietto la Porsche di Waldegaard che mi sta raggiungendo e che per un po' non può superarmi: poi appena la strada diventa più larga, mi passa in pieno, a più di 150 all'ora (sul ghiaccio!) e scompare quasi volando oltre le due curve successive.

Quasi non ci credo quando mi annunciano che sono uno dei sessanta che disputeranno l'ultima prova, la notte magica del «Turini». Naturalmente non posso sperare di arrivare tra i primi dieci: ci sono sempre i 40 minuti perduti all'inizio, ma posso sempre sperare di ben figurare nella speciale classifica di «gruppo 1».

Ora finalmente riesco ad avere le gomme chiodate, che tanto mi sono mancate In alcuni tratti del percorso comune.

Quando tutto finisce e mi comunicano la classifica, mi sembra quasi Impossibile di essere arrivato così in «alto»: soprattutto posso finalmente dormire in un letto dopo tre giorni e due notti passati praticamente senza chiudere occhio, guidando quasi ininterrottamente per oltre 6000 km.

A questo punto penso sia utile dare qualche consiglio a chi, come abbiamo fatto noi, vuole partecipare ad un Rallye impegnativo come quello di Montecarlo. Innanzitutto, ripeto quanto già detto riguardo al tempo necessario per provare: noi lo abbiamo potuto provare solamente per 7 giorni, ma il minimo indispensabile è di almeno 15 giorni. Le spese di preparazione sono state minime, trattandosi di una vettura di «gruppo 1»: ci siamo quindi limitati alle gomme (sono necessari almeno tre treni di pneumatici) e all'Iscrizione (circa 100 mila lire) e alle spese minime per Il sostentamento, Complessivamente abbiamo speso circa 500.000 lire, il minimo per una gara di questo tipo; certi miei amici che hanno fatto Il « Montecarlo , hanno Invece toccato cifre di 6 milionl.

AMILCARE BALLESTRIERI

Da QR marzo 1969

P.S:
Per la cronaca, in quel Monte del 1969, Amilcare Ballestrieri e Danile Audetto sulla loro Fulvia coupé 1.3 Rally di gruppo 1 su piazzarono alla fine al 13° posto.

Edited by sisteron - 27/1/2021, 19:23
 
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view post Posted on 18/3/2010, 18:54     +1   -1
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Mini JCW RRC

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Bel racconto Twinmaster,e Ballestrieri doveva essere un pilota che non mollava mai anche nelle situazioni più scoraggianti,un combattente nato.
Tremendamente bello il passaggio dove racconta delle vetture nei burroni o finite contro gli alberi.Povero Audetto deve aver passato,assieme a Ballestrieri,momenti per così dire indimenticabili.
 
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view post Posted on 19/3/2010, 08:28     +1   -1
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Lancia Delta S4

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Già carlettofritz, se pensi ai giorni e alle ore passate in corsa a guidare ti rendi conto solo in parte dell'impresa che ha fatto. Con una gruppo 1 tredicesino assoluto al Monte e senza mezzi. Quanto a Daniele, beh penso conoscesse molto le caratteristiche indomite del suo pilota!!
Io c'ero, li ho visti arrivare felici e li ho anche fotografati a bordo della loro "Fulviett" che portava i segni di una bella "facciata" sul lato destro!
 
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lucio51
view post Posted on 19/3/2010, 10:27     +1   -1




Ballestrieri nell'anno dopo 1970 sempre con Audetto arrivò 6 assoluto con la 1.6HF: davanti a lui 3 Porsche 911(Waldegaard-Larrousse-Andersson) l'Alpine di Nicolas e la Ford Escort di Clark e lasciò dietro T.Makinen con la Ford Escort e le altre due Fulvia 1.6HF di Barbasio e Pianta.
Nella classifica dell'Elba68 interessante è la 6 posizione assoluta della Fulvia dell'equipaggio formato da due persoggi che divennero grandi navigatori: Mannucci e Scabini.
 
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view post Posted on 19/3/2010, 16:52     +1   -1
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Lancia Delta S4

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Già lucio51, osservazione interessante la tua. Da notare che alcuni piloti sono diventati navigatori esempio Mario Mannucci e alcuni navigatori sono diventati piloti: Paganelli, navigatore di Calla ad un Montecarlo e Barbasio, navigatore di Munari sempre ad un Montecarlo.
 
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lucio51
view post Posted on 19/3/2010, 17:58     +1   -1




Nella classifica del rally 999 minuti del 69 al 9° posto troviamo l'equipaggio Bernacchini A. - Sodano anche loro poi grandi e bravi navigatori.
 
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view post Posted on 19/3/2010, 18:06     +1   -1
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Lancia Delta S4

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Grande lucio51. Hai ragione anche il buon Arnaldo Bernacchini si è cimentato come pilota.
 
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Comini
view post Posted on 28/6/2010, 18:36     +1   -1




Grande come pilota ma ancora più grande come uomo Opel
 
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view post Posted on 2/7/2010, 07:33     +1   -1
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Lancia Stratos

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Ma Amilcare ha corso anche l'Acropolis 1968 ? Qualcuno ne sa niente?
 
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uccari
view post Posted on 2/7/2010, 09:28     +1   -1




Caro Norman vorrei inserire nella monografia del grande Amilcare Ballestrieri il contatto che sono riuscito ad avere con questo grande uomo - il racconto è stato inserito in un altro mio post ma ritengo che isia giusto nserirlo in questa posizione per meglio illustrare chi era il grande Amilcare ....
Rally dell'Alpe della Luna 1970 - Avevo preso alloggio assieme all'indimenticabile amico Fabio Zambelli ( scomparso in un assurdo incidente il 31/12/1972 ) in un piccolo Albergo di San Sepolcro in cui risiedeva anche una parte della squadra della Lancia - dato che avevo già conosciuto Amilcare Balestrieri qualche settimana prima a San Martino e dato che pranzavamo in due tavoli vicini, gli rompevo spesso le scatole con mille domande - conoscendo i suoi passati agonistici e sapendo che anche Lui aveva avuto una R8 Gordini gli chiesi lumi sul modo di guidare quella vettura e sulla maniera in cui era possibile affrontare i dossi di un C.O. tiratissimo ( quello denominato "Alpe della Luna " ) senza distruggere tutto - Il buon Amilcare mi promise che nella prima serata libera dalle ricognizioni avrebbe cercato di dare delle risposte alle mie domande - così fu e qualche sera dopo mantenne la sua promessa - mi imbarcò sul sediolo del navigatore del suo muletto ( una Fulvia HF ) alla volta del famigerato C.O. - giunti a destinazione e spiegandomi sommariamente quale sarebbe stata la sua tecnica per affrontare al meglio gli ostacoli che ci si sarebbero parati davanti diede inizio all'infernale carosello - credetemi , cari amici veder guidare Amilcare da vicino ed in presa diretta è stata forse una delle cose più incredibili che abbia mai potuto vivere e vedere - come molti sapranno la HF non aveva il servosterzo ed il piccolo Amilcare riusciva a domare quell'auto e quel volante impazzito con una maestria, una forza ed un furore tale che è impossibile da descrivere a parole - forse nemmeno lui si sarà mai reso conto che per lunghi secondi si sollevava completamente dal sedile, avvinghiandosi al volante al fine di scaricare su di esso anche il peso del suo corpo - la forza delle braccia forse non gli era forse sufficiente per ruotare lo sterzo ma sono fermamente convinto che quella sua posizione dinamica non fosse altro che lo scaricare la sua furia agonistica ( presente in lui sicuramente in quantità molto maggiore di quella che tutti noi, comuni mortali possediamo ) - uno spettacolo ed una lezione di guida incredibile per affrontare nel modo più veloce possibile dossi e tornanti - in tutti quei km ho potuto solo raramente vedere la strada dal parabrezza anteriore dato che il buon Amilcare adottava un traverso "perpetuo" sia in rettilineo in prossimità dei dossi ,sia molti metri prima di affrontare i tornanti e le curve strette - una lezione che tutti i giovani piloti ( e non solo essi ) dovrebbero poter vivere in prima persona per capire cosa significhi "correre" in auto - da allora ho sempre cercato di mettere a frutto quegli insegnamenti che sono sempre stati prezziosissimi nel prosieguo della mia carriera agonistica - ancor oggi adotto quotidianamente uno di quegli insegnamenti - quando mi si para davanti un dosso rallentatore cerco di non affrontarlo "perpendicolarmente" ma effettuo una piccola sterzata (o grande se possibile) per fare in modo che le ruote anteriori non arrivino contemporaneamente sull'ostacolo - così facendo vi accorgerete immediatamente che l'impatto sarà molto più dolce e lo scuotimento della vettura molto meno accentuato ( la cosa deve essere ripetuta anche nelle discese dai dossi lunghi) - provate e poi sappiatemi dire quanto erano preziosi gli insegnamenti del buon Amilcare.
Grazie Amilcare eri e sarai sempre un grande uomo ed una persona squisita - Ugo Rettore

Edited by uccari - 5/7/2010, 11:40
 
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view post Posted on 2/7/2010, 10:41     +1   -1
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Lancia Stratos

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Bel racconto e bella foto!! Quelle descrizioni sui "traversi" mi fanno pensare. Oggi le auto non permettono più il "vero" traverso, quasi quasi ci faccio un topic apposito sull'argomento...

Intanto a questo link ho trovato che davvero Ballestrieri già all'Acropolis '68 partecipò con una Fulvia!! Non sapevo affatto di questa partecipazione! Devo trovare particolari più precisi...

www.uniquecarsandparts.com.au/acropolis_rally.htm
 
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quiligotti
view post Posted on 17/11/2011, 09:31     +1   -1




Segnalo di aver creato la voce su wikipedia, avrei bisogno di dati sul passato da motociclista con la MotoBi
it.wikipedia.org/wiki/Amilcare_Ballestrieri
 
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view post Posted on 26/4/2020, 19:33     +1   -1
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Amilcare Ballestrieri - Enrico Gigli
8th Rally dell'Isola d'Elba 1975 (Alfa Romeo Alfetta GT)

16hpid

(Piazzamento finale: 1st)
 
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view post Posted on 12/9/2021, 19:10     +1   -1
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Peugeot 205 Turbo 16

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Amilcare Ballestrieri - Daniele Audetto
39th Rallye Automobile de Montecarlo 1970 (Lancia Fulvia Coupé HF)

o_67

(Piazzamento finale: 6th)
 
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