| Beh ecco il promesso racconto del mio secondo rally di Monza, quello del 1979 sempre con Giampiero Bagna a bordo della Lancia Stratos che si distingue per due fasi ben precise.
Parte Prima Beh partiamo e dopo le prime prove siamo ben messi in classifica quando nel primo pomeriggio nell affontare una curva destra lunga nelle strette stradine del parco di Monza, la Stratos finisce con la ruota posteriore destra in un tratto con del fango, s’intraversa, picchia violentemente contro un albero dalla mia parte e poi rimbalza dalla parte opposta finendo tra gli alberi.
Foto 1-2-3-4 : Lo schianto della Stratos rompe il silenzio del parco di Monza dove alcune famigliole si erano radunate per un picnic. Gli uomini accorrono per vedere quello che è successo.
Dopo lo schianto del sabato pomeriggio, facciamo un salto, si fa per dire, all’ospedale di Monza insieme al signorotto di Biella, il Giampiero Bagna, autore della divagazione tra gli alberi del parco lombardo. Diagnosi: fortissima contusione alla gamba destra (sono rimasto schiacciato tra il cruscotto e il sedile), versamento interno del ginocchio eccetera, eccetera. Prognosi: un mese di letto. Wow! Ci riportano all’autodromo poiché il gruppo dei biellesi quell’anno era arrivato in forze al parco con dei motorhome (i camper erano stati giudicati troppo poco confortevoli, poco spaziosi e, soprattutto, poco signorili). Mi fermo anch’io nonostante il male alla gamba aumentasse sempre di più poiché l’amico Franco Perazio mi aveva chiesto di fargli da contagiri nella prova speciale in pista la domenica mattina (nell’edizione precedente il buon Speedy Perazio sono riusciti a fermarlo solo a cannonate al 25 giro sui 15 che doveva fare, pagando, tra l’altro, anche una forte penalizzazione: ogni giro in più era qualche minuto di penalizzazione). Cala la notte sull’autodromo e mi ritiro infilandomi nel letto, tra un porco e l’altro, nella parte alta del motorhome, quella più defilata, sopra la cabina. Cercai di addormentarmi, la gamba continuava a farmi male, ma non sapevo ancora che sarebbe stata una notte d’inferno, una notte che avrei passato in bianco e non per il male alla gamba. Già perché in piena notte due piccioncini, un pilota e una navigatrice, pensarono bene di dare sfogo alle loro effusioni appassionate nel motorhome, una performance che durò fino al mattino quando come uno straccio mi trascinai in pista per dare una mano all’amico Speedy.
Parte seconda Alla sera della domenica riesco a raggiungere in qualche modo casa mia a Milano. Alcune telefonate e si attiva immediatamente l’esercito della salvezza. Sì perché abitavo da solo (i miei vivevano in un’altra città). Così durante la lunga degenza, alla una, il più delle volte pizza portata da amici che a turno lasciavano il lavoro o l’università mentre le serate si passavano all’insegna del totale svacco. Grandi serate soprattutto per gli amici, ovviamente, che avevano fatto della mansarda dove vivevo un punto di ritrovo. Le serate iniziavano generalmente nel tardo pomeriggio con happy hour cui seguiva un via vai per tutta la serata che il più delle volte culminava con una colossale spaghettata verso mezzanotte. Capitava che in una sera passassero dalla mansarda più di una ventina di persone e una sera……. Beh una sera, a metà circa della degenza, un amico arrivò con una ragazza di nome Chiara e…, beh non ci siamo più lasciati. Ci siamo sposati nell’ottobre del 1982. Avevo da poco appeso il casco al chiodo.
Edited by Twinmaster - 30/4/2009, 23:08
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