CITAZIONE (sisteron @ 29/1/2023, 16:16)
Tour de Corse 1986 - Part XII
Diviso come d’abitudine in tre frazioni, con soste intermedie a Bastia e Calvi, il Tour de Corse edizione ’86 è stato rinnovato con l’inserimento di alcuni tratti di strada inediti (o non più usati da tempo). In cerca di una maggiore sicurezza si è anche arrivati all’eliminazione di una speciale che andava ad attraversare pericolosamente un villaggio. Prima della partenza, tuttavia, molti top driver puntano il dito contro alcune sezioni ancora presenti, ritenute inutilmente complicate a causa della costante presenza di ampie porzioni di carreggiata ricoperte da ghiaino o fango e giudicate del tutto ininfluenti al fine della normale selezione di gara. La risposta degli organizzatori, capitanati dal presidentissimo della FFSA (e della FISA!) JM Balestre, è negativa. Addirittura spunta fuori una lettera, sottoscritta da numerosi concorrenti, i quali stigmatizzano l’eventuale rimozione di quei tratti di percorso. Curiosamente (sic!) in netta maggioranza licenziatari francesi…
Nonostante il rally che attende gli equipaggi sia da sempre tra i più difficili e stancanti in calendario tra gli ufficiali, almeno a parole, circola una vena di inusitato ottimismo in merito a quello che potranno riservare i successivi giorni di gara; controcorrente (o forse, banalmente, più sincero degli altri) si posiziona il Campione del Mondo in carica: chiacchierando con la stampa prima del via Salonen descrive il Tour, da lui solo moderatamente apprezzato, come l’unico appuntamento iridato nel quale anche dopo numerosi passaggi di ricognizione non si è mai veramente soddisfatti delle note stilate, molto peggio di quanto non capiti per gare lunghissime (come il Safari) o gare nelle quali il minimo errore di valutazione può avere effetti disastrosi (come il velocissimo 1000 Laghi). Conseguentemente a questa insoddisfazione, dovuta al non riuscire a compattare in poche parole l’immensa mole di informazioni necessarie per leggere adeguatamente le situazioni di gara, Timo dichiara di non essere disposto a partire con particolare fiducia e di non essere intenzionato ad assumersi rischi eccessivi.
(to be continued)
1^TAPPA (11 PS):A scendere con il numero 1 dalla pedana di partenza di Ajaccio è il finlandese Markku Alen, primo scandinavo ad imporsi sugli asfalti isolani nel 1983 e nuovamente vincitore l’anno seguente.
Il perché tale posizione di partenza sia stata assegnata ad Alen può avere come spiegazione più logica unicamente una volontà degli organizzatori di rendere in qualche modo omaggio allo scomparso Attilio Bettega, qualcosa del tutto simile a quanto avvenuto in occasione del Rallye di Sanremo 1985 (su suggerimento, per altro, del “nostro” 128 coupé), quando al compagno di team Henri Toivonen era stato assegnato il n.1 che, assente per incidente Ari Vatanen, avrebbe dovuto essere dello sfortunato driver trentino.
Non si spiegherebbe altrimenti il perché concedere alla Lancia di Alen di partire per prima, dato che in quell’epoca, anche nei rally facenti parte del Campionato del Mondo, restava tendenzialmente in vigore la storica abitudine di assegnare i numeri sulla base della classifica finale dell’edizione precedente, quantomeno per la prima auto di ciascun team (per la seconda e per l’eventuale terza si cercava di rispettare la sequenza iniziale); le principali eccezioni si avevano qualora il detentore del trofeo non figurasse tra gli iscritti, o per questioni relative alle priorità FIA (come del resto avviene oggi).
Il numero 1 avrebbe quindi dovuto andare a Jean Ragnotti, regolarmente presente al via. Supponendo che per questioni anche di sicurezza non fosse proprio una mossa ideale assegnare tale numerazione ad una vettura di Gr.A, logica avrebbe voluto che spettasse a Bruno Saby o, per estensione, alla vettura che nelle gerarchie interne alla PTS ricoprisse il ruolo di “prima auto”, quella di Salonen nello specifico. Che infatti prende il via del TdC con il n.2.
Questa premessa sull’ordine di partenza potrebbe avere una parvenza di totale inutilità…ma i fatti che di lì a poco avranno luogo comporteranno conseguenze tali da mettere in evidenza il peso non indifferente avuto sul risultato del Tour e, cosa ancor più importante, sull’andamento complessivo della stagione.
Pronti…via…dopo i 38 chilometri della prima prova speciale (Verghia – Pont de la Masina) ciò che più salta all’occhio è che pare di essere tornati al Portogallo….visto però aldilà dello specchio…
Il miglior tempo lo fa segnare Bruno Saby, seguito a 6 secondi dal caposquadra Salonen a sua volta 1 secondo più veloce di una bravissima Michèle Mouton…le tre 205 Turbo 16 prendono il comando della gara.
Quelle surprise!!
(to be continued)