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Cavicchi sul declino dei rallyes

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view post Posted on 22/2/2013, 10:00     +2   +1   -1
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Lancia Stratos

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Dal blog del direttore di Quattroruote Carlo Cavicchi, grande esperto di rally come sappiamo tutti, ecco un commento di un lettore e la risposta del direttore:

Lettore: - Buongiorno Direttore, avrà sicuramente analizzato la questione e pertanto Le chiedo:
Lei come si spiega l’innegabile declino che i rally stanno vivendo già da anni, il totale disinteresse, almeno in italia, dei media, lo scarso impegno delle case ufficiali. Ai vertici mondiali dei rally c’è qualcuno che sta lavorando per questo?
Grazie, cordialmente



CAVICCHI: - Il discorso è troppo lungo per essere svolto qui. Dico solo che il primo grande errore è stato quello di scimmiottare la F1 obbligando tutte le squadre che volevano essere nel mondiale a correre tutte le prove in calendario. Una follia. Un tempo c’erano tanti costruttori, ma Saab correva solo le corse nel Nord Europa, la Peugeot e la Toyota le gare africane, la Renault quelle nel Sud Europa con poche altre eccezioni. Morale: negli anni 70 i piloti professionisti nel giro che contava, al massimo livello cioè, erano più di 40 mentre oggi si contano sulla dita di una mano. Obbligare il prossimo a svenarsi è una politica miope, e i risultati si vedono.

Ecco, mi fa molto piacere, pur nell'amarezza di vedere i rallyes ridotti così, che il direttore Cavicchi del quale ho immensa stima, la pensi esattamente come me.

Ho pensato di aprire questa discussione perchè tempo fa con l'utente Sisteron ero arrivato a discutere circa l'opportunità della decisione di obbligare piloti e squadre a partecipare a tutte le gare del calendario, cosa che a Sisteron piace molto e che io invece indicavo tra le cause dello snaturamento dei rallyes, perchè significava sobbarcare le Case di grosse spese, e quindi per conseguenza esse avrebbero poi almeno preteso in cambio di stravolgere le singole gare rendendole cortissime (per risparmiare) al limite dello schifosamente ridicolo. Ed è proprio quello che è avvenuto.
In pratica sono divenute delle cortissime passerelle pubblicitarie.
Non solo. C'è stata poi la pesante omogeneizzazione e standardizzazione delle varie gare che oggi sono quasi uguali l'una all'altra, senza più alcun elemento caratteristico che le distingue tra loro.

Poi la crisi economica ha dato il colpo di grazia, così oggi sembra un enorme successo quando ci sono al via due Case e ci sdilinquiamo per i ventimila titoli mondiali di Loeb e le sue duecentomila vittorie, illegittimamente paragonate alle vittorie che ottenevano gli altri assi su distanza tripla o quadrupla contro dozzine di avversari e contro varie Case ufficiali....

Un grazie al direttore Carlo Cavicchi, che una volta scriveva qui sul forum col nickname di pennastanca, per aver dato autorevole voce a ciò che io sostengo da tempo...

Edited by sundance76 - 22/2/2013, 12:18
 
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view post Posted on 22/2/2013, 11:59     +1   -1
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Ciao sundance76.
Ottimo questo topic, lo trovo davvero interessante.

Vorrei solamente premettere una piccolissima precisazione, riferita al tuo post di apertura, in merito a ciò che "..mi piace molto". Perchè ho come l'impressione che nel contesto in cui è stata inserita, questa frase possa essere fuorviante.

MI PIACE MOLTO: sicuramente il fatto che 40 anni fa sia stato istituito ufficialmente un Campionato del Mondo di Rally e che sia stato deciso un Calendario di gare con relativa titolazione, talvolta distinguendola tra Piloti e Costruttori. E che qualcuno (all'epoca c'era la FISA) abbia detto a costruttori e squadre: "..ragazzi, questo è il Mondiale, questo è il Calendario, questi sono i Rally. Chi di voi fa meglio in QUESTI rally prende più punti e vince il Titolo. Vedete voi come organizzarvi!". Questo mi piace. E sicuramente mi piace che il costruttore che decide di partecipare al Mondiale, consapevole degli oneri che ciò impone, accetti appieno l'impegno, partecipando a tutte le gare che fanno parte del Calendario che qualcuno ha stabilito.

NON MI PIACE: che questo sia diventato un OBBLIGO! Questo per niente! Per come è la mia visione del mondo, magari irreale, ritengo che ciascun costruttore o squadra sia consapevole che la partecipazione ad un campionato impone degli impegni e che tali impegni è bene che siano onorati. Ma non attraverso un obbligo certificato da un ente superiore, semplicemente dall'obbligo che la sportività impone, nei confronti degli avversari e nei confronti di sè stessi.
La costrizione non mi piace. Io credo che sia giusto che ogni casa valuti liberamente, in base alle proprie disponibilità ed ambizioni, a quante e quali gare ritiene più opportuno partecipare. E che conseguentemente riceva un premio (punti ed immagine) commisurato all'impegno. Quindi non si lagni se disputando 7 rally su 13 non conquisti il Titolo Mondiale e goda di minore considerazione di chi invece li ha corsi tutti ed ha vinto quanto messo in palio.
 
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view post Posted on 22/2/2013, 12:27     +1   -1
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Perdonami, Sisteron, ma mi sembrava di ricordare che tu preferivi il continuo confronto diretto tra piloti e Case rispetto al pericolo di avere gare con alcuni soltanto dei big, mentre altri disertavano...

In merito ai Campionati, io non ho nulla in contrario ad essi. Nel panorama rallystico esistente fino a un quarto di secolo fa, il prestigio di un titolo, mondiale o europeo, non metteva in ombra il prestigio della singola gara. Oggi invece le singole gare sembrano prodotti omogeneizzati da supermercato...

A proposito, quest'anno non ricorrono solo i 40 anni dall'istituzione del primo Campionato Mondiale, che di fatto già esisteva da tre stagioni con la sola ed unica differenza del nome di "Campionato (non coppa!!) Internazionale", ma ricorrono anche i 60 anni dall'istituzione del Campionato Europeo, che fu il primo campionato di caratura sovranazionale istituito nella Storia dei rallyes.

Edited by sundance76 - 22/2/2013, 18:18
 
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view post Posted on 22/2/2013, 13:13     +1   -1
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CITAZIONE (sundance76 @ 22/2/2013, 12:27) 
Perdonami, Sisteron, ma mi sembrava di ricordare che tu preferivi il continuo confronto diretto tra piloti e Case rispetto al pericolo di avere gare con alcuni soltanto dei big, mentre altri disertavano...

In merito ai Campionati, io non ho nulla in contrario ad essi. Nel panorama rallystico esistente fino a un quarto di secolo fa, il prestigio di un titolo, mondiale o europeo, non metteva in ombra il prestigio della singola gara. Oggi invece le singole gare sembrano prodotti omogeneizzati da supermercato...

A proposito, quest'anno non ricorrono solo i 40 anni dall'istituzione del primo Campionato Mondiale, che di fatto già esisteva da tre stagioni con la sola ed unica differenza del nome di "Campionato (non coppa!!!!!!!) Internazionale", ma ricorrono anche i 60 anni dall'istituzione Campionato Europeo, che fu il primo campionato di caratura sovranazionale istituito nella Storia dei rallyes.

Interessantissimo l'anniversario dell'Europeo! Quindi è una buona notizia che si sia deciso di riportarlo in auge con l'organizzazione di Eurosport ed il team che ha saputo creare un'ottima serie come è stata in questi anni l'IRC.

Tu dici giusto quando affermi che preferisco il continuo confronto diretto alle singole gare. Però non ho mai parlato di obbligo di iscrizione a tutta la serie, quantomeno di obbligo imposto dall'alto, per regolamento. Infatti mi sembra che tale introduzione sia decisamente molto più recente dell'istituzione dei Campionati Mondiali, dovrebbe risalire alla metà degli anni '90, quando già si erano disputate una ventina di ottime edizioni del Mondiale.
Però non mi dispiacerebbe che nel tempo si fosse diffuso una specie di "obbligo implicito", la voglia da parte dei costruttori e delle squadre di confrontarsi, per amore dello sport, della competizione, del prestigio, su tutti i terreni, in tutti i rally, in tutti i continenti. La voglia di affrancarsi dalla fama di case "regine" di un certo tipo di competizione (Toyota e Peugeot in Africa, Saab su al nord, Ford al RAC, etc.) per diventare regine assolute, con la consapevolezza che questo impone oneri decisamente più elevati. Questo è il bel sogno che avrei in mente e nel quale continuo a sperare.
Un obbligo morale, un obbligo legato al prestigio. Ma mai una vile imposizione del regolamento.
 
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view post Posted on 26/2/2013, 10:02     +1   -1
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Altro commento di Cavicchi all'interno della discussione:

"[..] Aggiungo poi, ma questa è una nota polemica, che i rally di oggi sono un po’ una presa in giro della disciplina, con chilometraggi di prove speciali che sono pari a quelli dei rally nazionali di trent’anni fa. Allora si poteva dare spazio all’epica della specialità, adesso ci si deve limitare a distacchi di decimi che sono la testimonianza dell’atissimo livello di competitività raggiunto da pochi protagonisti, ma che con la poesia delle grandi imprese hanno ben poco da spartire."
 
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view post Posted on 26/2/2013, 10:32     +1   -1
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Peugeot 205 Turbo 16

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CITAZIONE (sundance76 @ 26/2/2013, 10:02) 
Altro commento di Cavicchi all'interno della discussione:

"[..] Aggiungo poi, ma questa è una nota polemica, che i rally di oggi sono un po’ una presa in giro della disciplina, con chilometraggi di prove speciali che sono pari a quelli dei rally nazionali di trent’anni fa. Allora si poteva dare spazio all’epica della specialità, adesso ci si deve limitare a distacchi di decimi che sono la testimonianza dell’atissimo livello di competitività raggiunto da pochi protagonisti, ma che con la poesia delle grandi imprese hanno ben poco da spartire."

Questo non si discute....parole sante!!
Il Rally del Messico prossimo venturo ne è l'esempio lampante (e vergognoso!!).

Anche se sulla questione dei distacchi decimali si potrebbero osservare le cose da un duplice punto di vista: testimonianza dell'altissimo livello di competitività, molto probabilmente vero...ma anche possibile testimonianza di un livello di mediocrità senza paragoni!
Ovvero: manca, agli attuali top driver, quel tocco di classe in più che permette di fare la differenza in modo netto sugli avversari. Probabilmente anche a causa di vetture che sono diventate troppo "semplici" da condurre.
Ma questa è solo una mia personale opinione.
 
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Semiasse Impazzito
view post Posted on 6/3/2013, 15:26     +1   -1




Mah...io resto dell'idea che dare il WRC in mano a Mosley e ai noleggiatori inglesi (Richards, Wilson & C.) abbia dato il colpo di grazia alla specialità...adesso c'è Todt che cerca di salvare la baracca, ma il danno è troppo grande anche per un volpone come lui, non credo che l'emoraggia verrà fermata in tempi brevi...
 
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view post Posted on 6/6/2013, 14:00     +1   -1
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Lancia Stratos

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www.rally.it/intervista-al-direttor...icchi%E2%80%8F/

Cosa ne pensa dei rally attuali? Li segue?

“Non li seguo più, ma m’informo un po’.”

Quali soluzioni per poter migliorare la disciplina?

“Secondo me bisognerebbe tornare a gare più lunghe e più dure dove anche un privato può sperare in un risultato finale decente, e poi togliere l’obbligo per i costruttori di essere al via di tutte le gare con costi che li fanno scappare (questo specialmente nel mondiale)”

Una gara che l’ha esaltato?

“Il rally internazionale d’Abruzzo nel ’77 con la Fulvia Gr.3. Quinti assoluti davanti alla Opel ufficiale Gr.1 di Cerrato”

Rimpianti?

“A suo tempo sì, oggi no. Ho potuto guidare belle auto e non ho mai sfigurato pur in un’epoca in cui c’erano anche 200 iscritti a ogni gara. Ricordo che ogni volta leggevo l’elenco dei partenti e ne contavo almeno una quarantina che mi potevano stare davanti, invece alla fine ero sempre lassù. Probabilmente più avanti di quanto meritavo. Ecco, se però guardo ai risultati, realizzo che la differenza tra me e uno davvero bravo è che invece di ottenere 4 primi posti e 11 secondi, quello bravo avrebbe invertito l’ordine”

Spesso i rally anni 70/80 vengono presi ad esempio ma davvero era tutto perfetto?

“Non era tutto perfetto, ma c’erano sempre tanti protagonisti al via e tante auto differenti che puntavano a vincere. Nel mondiale, nell’italiano e anche nei rally nazionali. Se penso alla prima finale del TRN dell’82 a Imperia ricordo che io, prioritario primo elenco, partivo con la Lancia 037 del Jolly Club con il numero 47 e a vincere fu Cassinis con la Stratos che aveva il numero 55. Io fui primo in Gr.B e quinto assoluto. Ero molto deluso, invece ero stato bravo. Ricordo anche che al termine della prima speciale mi dissero che avevo preso un solo secondo da Runfola con la Stratos, miglior tempo. Godevo come un riccio, ma non mi avevano detto che come me avevano fatto altri diciassette equipaggi!”

Una macchina?

“La Fiat 131 Abarth. Ci ho corso soltanto a Cremona, secondo assoluto dietro alla vettura gemella di Pasetti, ma non ho mai dimenticato come teneva la strada, la sua precisione nell’ingresso curva. Me l’aveva imprestata Ambrogetti e non gliel’avrei mai voluta restituire.”

Una volta l’Europeo rally era un ottimo campionato ora si tenta di rilanciarlo (eurosport),in quei tempi c’erano molte difficolta’e differenze con le gare italiane?

“Da sempre nel calendario europeo c’erano diversi rally che si correvano in Italia, e fino al 1970 vincerlo equivaleva al mondiale piloti di oggi. Compresi tutti gli anni 80 è stato un importante sfogo per far fare esperienza ai piloti più giovani nel giro delle case ufficiali oppure una buona opportunità per ingrossare i palmares di quei campioni non a pieno servizio.”

Ordini di scuderia,c’erano? Si faticava ad accettarli? un parere.

“Certo che c’erano gli ordini di scuderia perché negli anni ’70 c’erano almeno 30 e passa piloti professionisti nel giro mondiale. In particolare c’erano in Lancia e in Fiat. Ricordo un paio di volte che Pregliasco dovette dare strada ai suoi compagni in lotta per il titolo (Ballestrieri e Munari) e lo fece con molto stile, poi ricordo bene quando frenarono Verini al Sanremo del ’77 per far vincere Andruet con la 131 di Fiat France e mai potrò dimenticare la vergognosa sceneggiata di Kankkunen a Montecarlo quando volle platealmente dimostrare che si fermava per far passare Biasion che, invece, lo aveva battuto sul Turini, la prova che doveva stabilire chi trai due avrebbe vinto per poi congelare le posizioni e non correre rischi inutili.”

Ha mai avuto paura? C’era qualcosa in particolare,una situazione,che non amava?

“Se per paura s’intende avere la gola secca dopo aver capito che ti è andata davvero grassa, beh sì, è successo. Poi odiavo la nebbia, anche perché tutte le volte che l’ho trovata ero al volante di una Porsche, e quest’auto era davvero bassa, col vetro anteriore grande e inclinato e si stava molto indietro come seduta. Davvero non ci vedevo niente e, in un caso, ho tirato anche una delle mie poche mine proprio perché non volevo accettare di andare come una lumaca.”

La Sua migliore stagione?

“In assoluto il 1982. Avevo il campionato di Gr.B in pugno quando mi sono ritirato al via della prima speciale dell’ultima decisiva gara. Lì ho deciso che avrei smesso di correre.”

Edited by sundance76 - 11/9/2014, 11:01
 
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view post Posted on 6/6/2013, 14:51     +1   +1   -1
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Bellissimo ed interessantissimo contributo sundance76!
 
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pometo
view post Posted on 7/6/2013, 10:15     +1   -1




Cavicchi
il primo grande errore è stato quello di scimmiottare la F1 obbligando tutte le squadre che volevano essere nel mondiale a correre tutte le prove in calendario. Una follia. Un tempo c’erano tanti costruttori, ma Saab correva solo le corse nel Nord Europa, la Peugeot e la Toyota le gare africane, la Renault quelle nel Sud Europa con poche altre eccezioni. Morale: negli anni 70 i piloti professionisti nel giro che contava, al massimo livello cioè, erano più di 40 mentre oggi si contano sulla dita di una mano. Obbligare il prossimo a svenarsi è una politica miope,

POTREBBE ESSERE CORRETTO INDIVIDUARE IN QUESTO IL PECCATO ORIGINALE,
MA CON LE MACCHINE ATTUALI NESSUNO METTEREBBE A BUDGET LA COSTRUZIONE DI UNA WRC
PER FARE SOLO LE GARE NORDICHE O QUELLE AFRICANE
IL PROBLEMA è CHE PER LO SPETTACOLO SI SONO CONSENTITE MACCHINE SPAZIALI (E CON COSTI SPAZIALI)
E SI CORRE SENZA PROVARE
QUESTO TIENE I NON PROFESSIONISTI LONTANO ANNI LUCE DAI PROFESSIONISTI
TROVARE I MEZZI ECONOMICI è SEMPRE PIù COMPLESSO
E SE NON HAI TUTTO I RISULTATI NON VENGONO E TANTI RINUNCIANO
SOPRA HO LETTO CHE LE MACCHINE MODERNE SAREBBERO SEMPLICI DA PORTARE AL LIMITE
MI SEMBRA UNA CONVINZIONE SBAGLIATISSIMA
GUARDANDO IL MONDIALE IN CORSO C'è UN PILOTA CHE HA FATTO 3 GARE CON LA CITROEN
RACCOGLIENDO 2 PRIMI E UN SECONDO
GUARDATE COSA HANNO RACCOLTO GLI ALTRI PILOTI CITROEN NEL RESTO DEL CAMPIONATO, LE BRICIOLE

All'epoca non c'erano le prestazioni velocistiche esasperate di oggi e anche chi andava al limite "teneva" sempre un margine di sicurezza.

QUESTO PER ME NON è ASSOLUTAMENTE VERO
 
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view post Posted on 8/6/2013, 16:30     +1   +1   -1
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CITAZIONE (pometo @ 7/6/2013, 11:15) 
SOPRA HO LETTO CHE LE MACCHINE MODERNE SAREBBERO SEMPLICI DA PORTARE AL LIMITE
MI SEMBRA UNA CONVINZIONE SBAGLIATISSIMA
GUARDANDO IL MONDIALE IN CORSO C'è UN PILOTA CHE HA FATTO 3 GARE CON LA CITROEN
RACCOGLIENDO 2 PRIMI E UN SECONDO
GUARDATE COSA HANNO RACCOLTO GLI ALTRI PILOTI CITROEN NEL RESTO DEL CAMPIONATO, LE BRICIOLE

Ciao pometo.
La mia impressione è che quanto sopra riportato sia un indice non tanto della "semplicità" o meno delle attuali WRC, quanto piuttosto del fatto che il pilota che ha vinto le due gare (Loeb) abbia dimostrato di possedere capacità di guida, a parità (o presunta tale) di mezzo, superiori a quelle dei propri compagni di squadra. E credo che sia cosa sulla quale non possa esserci in ben che minimo dubbio!!

Intanto il concetto di “semplicità” andrebbe opportunamente universalizzato: l’auto non è “normale ” o “difficile” per Loeb od Ogier (che vincono) e “semplice” per tutti gli altri, che invece non vincono. L’auto è “semplice” per tutti, per il super-campione Loeb, per il gentleman driver di tutti i giorni.
E continuo, volutamente, a fare uso del virgolettato perché nel definire "semplici" le auto contemporanee mi permetto di includere elementi che non sono necessariamente connessi con la loro guida..

"Semplice" è per esempio il grado di resistenza meccanica raggiunto, in particolare dal pacchetto sospensioni-telaio, che consente di affrontare anche i rally più duri, come il recente Acropoli, a medie elevatissime, impensabili per mezzi di potenza pari o superiore (come le Gr.A o le Gr.B) ma realizzati con materiali e sistemi tecnologicamente meno avanzati. Forti anche di un chilometraggio indubbiamente meno probante (300/400 km contro 800/1000), meno selettivo per la meccanica dei mezzi, i piloti moderni possono puntare con meno patemi d'animo alla prestazione pura, invece di confrontarsi con la dura realtà di un difficile compromesso tra la velocità (ed il tempo in PS) e la necessità di salvaguardare la meccanica nei tratti più accidentati.
Una sintesi che per anni ha stabilito la differenza tra il pilota mediocre, quello che magari vinceva 20 speciali per poi fermarsi con il motore arrosto o il telaio piegato, ed il campione, che magari di speciali ne vinceva 2 e portava al traguardo la macchina.

"Semplice" è la capacità delle moderne sospensioni di assorbire le asperità del suolo, copiando l'asfalto o la terra e trasmettendo minime sollecitazioni al resto del veicolo. Basta osservare il comportamento sui dossi, negli avvallamenti o nei salti: le attuali sospensioni si fanno carico dell'improvvisa asperità consentendo di mantenere con relativa facilità la presa al suolo dei pneumatici e la conseguente traiettoria. Ben diverso era fino a 20/25 anni fa: ogni piccolo dossetto generava oscillazioni armoniche del mezzo, talvolta accompagnate dal sollevamento di una o più ruote, talvolta accompagnate da repentine scodate (o musate) che giovavano a tutto fuorché al mantenimento della traiettoria ideale.

"Semplice" è l'adozione ed il perseverare nell'uso del mai troppo vituperato cambio semi-automatico (sequenziale per gli amici).
Nel rallysmo attuale la marcia è poco più di un numero che varia sul display spingendo o tirando una levetta, un anello...quello che si vuole. Ogni rettifilo, anche 10 metri, basta per "buttare dentro" due marce; le probabilità di avere la marcia sbagliata al momento sbagliato (tipicamente in curva) sono quasi infinitesime e se ci si accorge di non aver fatto tutto per benino basta un colpetto alla "cosa" di cui sopra e come d'incanto il motore cessa di essere imballato, le ruote tornano a far presa, etc. etc. etc.
Ben altra cosa con un cambio "vero": gestione della frizione, necessità di prevedere la marcia ideale a seconda del percorso, necessità di usare adeguatamente lo spazio per scalare o salire di marcia....e se a metà curva ti rendi conto che hai sbagliato qualcosa, mentre già stai controsterzando per restare in strada, non è facile andare a trovare il tempo di
1) staccare la mano dal volante;
2) alzare il piede dal gas;
3) premere la frizione;
4) cambiare la marcia;
5) rilasciare senza strappi la frizione;
6) ridare gas;
7) rimettere la mano sul volante.

"Semplice" è......si potrebbero elencare molte altre cose.
Ora, io non scrivo per sollevare polveroni o per generare polemiche. Oltretutto io non sono un pilota...non mi permetterei mai di andare da uno come Loeb e dirgli che la sua auto è semplice da guidare...quando sono pronto a scommettere che neppure saprei come metterla in moto!
Ritengo che le auto da rally, di oggi e di ieri, siano estremamente complesse da guidare e portare al limite.
Resto però convinto di una cosa: ci sono state, specialmente in questi ultimi anni, evoluzioni tecniche che hanno reso le attuali WRC molto più resistenti, prestanti e "servo-assistite" rispetto alle loro antenate. Questo, secondo me, rende più "semplice" la ricerca del limite da parte del pilota, che è chiamato molto più "pilotare" e molto meno di un tempo a "guidare" la propria auto. Meno imprevisti, meno perdite di aderenza, meno programmazione delle cambiate e meno gestione del mezzo. Molto più "piede", molta meno "testa".
 
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alfasprint
view post Posted on 9/6/2013, 09:22     +1   -1




Scusatemi il ritardo nell'intervenire,quotando in pieno tutto ciò che è stato postato fino ad ora volevo fare alcune considerazioni.
In qualsiasi campo(politica esclusa) è impossiblile fermare l'evoluzione,pensate agli anni 80/90 mentre giocate con il vostro i-phone...però ci sono dei casi come nel nostro in cui un'evoluzione tecnica del prodotto di serie ha peggiorato il lato sportivo. Mi spiego meglio: le moderne auto di serie hanno prestazioni,consumi,accessori e durata chilometrica che negli anni '80 erano impensabili,e ciò si è riflesso anche nelle competizioni sottolinendo però che gli odierni rally sono diventati oltretutto più corti e facili,prima un nazionale contava 10/12 ps cosa che adesso ti ritrovi in un IRcup....un esempio? 1984 Rallye Elba 35 ps........e credetemi,non parliamo di costi perchè in proporzione ora si spende di più. Una volta,con i vecchi regolamenti,bastava prendere un auto di serie e "trasformarla",i gr4 non erano mostri alieni e se ne vedevano anche più di 30 a gara nelle gare nazionali,nel mondiale ogni gara aveva una decina di favoriti per la vittoria e per gli "ufficiali" arrivare 13i non era certo un disonore....
Quando c'è un problema sia tecnico che di salute oltre a risolverlo bisogna andare alla radice....io penso che cambiando i regolamenti per favorire questo o quel costruttore che politicamente ha il suo peso in FIA si è distrutto uno sport meraviglioso ed anche avventuroso,togliendogli anche lo spettacolo,allontanando anche la gente....
Visto che in ambito commerciale c'è questa moda retrò di riesumare nomi e linee di auto del passato pur adeguandosi alle moderne tecnologie,ciò lo si potrebbe fare anche in ambito sportivo,togliendo i "mostri inaccessibili" e tornando ad una regolamentazione sul tipo anni 70/80 dove partivi dall'auto di serie e con l'inventiva dei veri preparatori usciva l'auto da corsa,senza obblighi di presenze continue,numeri e piloti fissi...per riportare i rallyes in vita,per ridargli il loro fascino,il loro spettacolo....in questo tragico momento economico non dimentichiamo che uno sport come il nostro genera anche posti di lavoro.....
Mi sono innamorato dei rallyes da bambino,quando i miei amici guardavano le partite di calcio idolatrando Bettega e Rivera io non aspettavo che L'Elba e la Liburna per vedere Munari,,Kallstrom ,Verini,Bacchelli Pregliasco,Cambiaghi,Alen, Darniche &c....quando il RALLY faceva battere il cuore,non svuotare il portafoglio...
 
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view post Posted on 9/6/2013, 12:20     +1   -1
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Lancia Stratos

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Non so se avete letto l'ultima pazzesca proposta per "rilanciare" i rallyes e renderli popolari presso quelli che non capiscono un accidente di corse. Vogliono far sì che l'ultima ps sia decisiva per decidere TUTTE le posizioni, con duelli in cui si affrontano i vari equipaggi secondo la classifica provvisoria della penultima ps: il primo contro il secondo, il terzo contro il quarto e così via.

In tal modo, magari, uno si rompe il sedere per tre giorni per costruirsi un vantaggio di due minuti sul secondo, ma poi deve giocarsi tutto nell'ultima speciale, dove magari fa l'unico errore della gara e butta via la vittoria.

QUESTI NON SONO PIU' RALLYES.

E non è questione di nostalgia.
 
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- ICEMAN -

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Ho letto anche io questa scandalosa proposta che snaturerebbe totalmente l'essenza dei rally (già snaturata con power stage ecc ecc). Proposta che se accettata avvicinerà gli incompetenti allo sport me che allontanerà sicuramente i "veri" cuori rallysti.
 
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view post Posted on 9/6/2013, 14:01     +1   -1
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Peugeot 205 Turbo 16

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Quoto sundance76 e Fabionen.
Se mai dovesse passare un proposta del genere, evidentemente partorita durante un droga party a base di marjuana ed LSD, è consigliabile che la FIA trovi un nuovo nome alla disciplina....perchè quello NON E' un RALLY!!!
 
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