CITAZIONE (pometo @ 7/6/2013, 11:15)
SOPRA HO LETTO CHE LE MACCHINE MODERNE SAREBBERO SEMPLICI DA PORTARE AL LIMITE
MI SEMBRA UNA CONVINZIONE SBAGLIATISSIMA
GUARDANDO IL MONDIALE IN CORSO C'è UN PILOTA CHE HA FATTO 3 GARE CON LA CITROEN
RACCOGLIENDO 2 PRIMI E UN SECONDO
GUARDATE COSA HANNO RACCOLTO GLI ALTRI PILOTI CITROEN NEL RESTO DEL CAMPIONATO, LE BRICIOLE
Ciao pometo.
La mia impressione è che quanto sopra riportato sia un indice non tanto della "semplicità" o meno delle attuali WRC, quanto piuttosto del fatto che il pilota che ha vinto le due gare (Loeb) abbia dimostrato di possedere capacità di guida, a parità (o presunta tale) di mezzo, superiori a quelle dei propri compagni di squadra. E credo che sia cosa sulla quale non possa esserci in ben che minimo dubbio!!
Intanto il concetto di “semplicità” andrebbe opportunamente universalizzato: l’auto non è “normale ” o “difficile” per Loeb od Ogier (che vincono) e “semplice” per tutti gli altri, che invece non vincono. L’auto è “semplice” per tutti, per il super-campione Loeb, per il gentleman driver di tutti i giorni.
E continuo, volutamente, a fare uso del virgolettato perché nel definire "semplici" le auto contemporanee mi permetto di includere elementi che non sono necessariamente connessi con la loro guida..
"Semplice" è per esempio il grado di resistenza meccanica raggiunto, in particolare dal pacchetto sospensioni-telaio, che consente di affrontare anche i rally più duri, come il recente Acropoli, a medie elevatissime, impensabili per mezzi di potenza pari o superiore (come le Gr.A o le Gr.B) ma realizzati con materiali e sistemi tecnologicamente meno avanzati. Forti anche di un chilometraggio indubbiamente meno probante (300/400 km contro 800/1000), meno selettivo per la meccanica dei mezzi, i piloti moderni possono puntare con meno patemi d'animo alla prestazione pura, invece di confrontarsi con la dura realtà di un difficile compromesso tra la velocità (ed il tempo in PS) e la necessità di salvaguardare la meccanica nei tratti più accidentati.
Una sintesi che per anni ha stabilito la differenza tra il pilota mediocre, quello che magari vinceva 20 speciali per poi fermarsi con il motore arrosto o il telaio piegato, ed il campione, che magari di speciali ne vinceva 2 e portava al traguardo la macchina.
"Semplice" è la capacità delle moderne sospensioni di assorbire le asperità del suolo, copiando l'asfalto o la terra e trasmettendo minime sollecitazioni al resto del veicolo. Basta osservare il comportamento sui dossi, negli avvallamenti o nei salti: le attuali sospensioni si fanno carico dell'improvvisa asperità consentendo di mantenere con relativa facilità la presa al suolo dei pneumatici e la conseguente traiettoria. Ben diverso era fino a 20/25 anni fa: ogni piccolo dossetto generava oscillazioni armoniche del mezzo, talvolta accompagnate dal sollevamento di una o più ruote, talvolta accompagnate da repentine scodate (o musate) che giovavano a tutto fuorché al mantenimento della traiettoria ideale.
"Semplice" è l'adozione ed il perseverare nell'uso del mai troppo vituperato cambio semi-automatico (sequenziale per gli amici).
Nel rallysmo attuale la marcia è poco più di un numero che varia sul display spingendo o tirando una levetta, un anello...quello che si vuole. Ogni rettifilo, anche 10 metri, basta per "buttare dentro" due marce; le probabilità di avere la marcia sbagliata al momento sbagliato (tipicamente in curva) sono quasi infinitesime e se ci si accorge di non aver fatto tutto per benino basta un colpetto alla "cosa" di cui sopra e come d'incanto il motore cessa di essere imballato, le ruote tornano a far presa, etc. etc. etc.
Ben altra cosa con un cambio "vero": gestione della frizione, necessità di prevedere la marcia ideale a seconda del percorso, necessità di usare adeguatamente lo spazio per scalare o salire di marcia....e se a metà curva ti rendi conto che hai sbagliato qualcosa, mentre già stai controsterzando per restare in strada, non è facile andare a trovare il tempo di
1) staccare la mano dal volante;
2) alzare il piede dal gas;
3) premere la frizione;
4) cambiare la marcia;
5) rilasciare senza strappi la frizione;
6) ridare gas;
7) rimettere la mano sul volante.
"Semplice" è......si potrebbero elencare molte altre cose.
Ora, io non scrivo per sollevare polveroni o per generare polemiche. Oltretutto io non sono un pilota...non mi permetterei mai di andare da uno come Loeb e dirgli che la sua auto è semplice da guidare...quando sono pronto a scommettere che neppure saprei come metterla in moto!
Ritengo che le auto da rally, di oggi e di ieri, siano estremamente complesse da guidare e portare al limite.
Resto però convinto di una cosa: ci sono state, specialmente in questi ultimi anni, evoluzioni tecniche che hanno reso le attuali WRC molto più resistenti, prestanti e "servo-assistite" rispetto alle loro antenate. Questo, secondo me, rende più "semplice" la ricerca del limite da parte del pilota, che è chiamato molto più "pilotare" e molto meno di un tempo a "guidare" la propria auto. Meno imprevisti, meno perdite di aderenza, meno programmazione delle cambiate e meno gestione del mezzo. Molto più "piede", molta meno "testa".