| Analogamente a quanto avvenuto con la F1, con i medesimi risultati frequentemente un po’ sconfortanti, la FISA/FIA ha provato in un paio di occasioni ad introdurre il Campionato del Mondo Rally negli USA.
Non che gli statunitensi fossero del tutto a digiuno di rallysmo. Avevano ed hanno tutt’oggi i loro campionati, ai quali hanno preso parte con risultati interessanti molti rallysti e case automobilistiche del vecchio continente. La Triumph per esempio: la TR7 non ebbe particolare successo nei rally europei, pur essendo una buona vettura con altissime potenzialità; ma negli Stati Uniti ottenne svariate vittorie, diventando anche appetibile sul mercato. Grande impegno anche da parte dell’Audi, con la 80 (battezzata 4000) e poi con la Quattro e con la S2. Più o meno in quel periodo un po’ di America arriva anche da noi grazie all’impegno di John Buffum e della BF Goodrich. Il pilota a stelle e strisce (benché nativo della Germania), campionissimo oltreoceano, dimostrerà di sapersela cavare benone anche sulle nostre strade.
Ciononostante i tentativi di esportare oltre ad auto e driver anche il Mondiale ed i relativi format in America non è stato coronato da successo. Troppe case scarsamente interessate alla trasferta si sono combinate con esiti disastrosi con la freddezza del pubblico locale, sempre troppo “latitante” e scarsamente competente per giustificare i costi del viaggio. In questo senso l’esperienza dei rally americani ricalca quella degli analoghi tentativi canadesi. Il Quebec era una prova interessante ma non riuscì a scaldare i cuori dei locali. E se il Mondiale non era riuscito a far breccia nei più europeo dei popoli nord-americani difficile pensare che avrebbe potuto andare meglio al di sotto della frontiera.
Il primo tentativo risale alle edizioni inaugurali del Campionato. Nelle stagioni 1973 e 1974, infatti, venne attribuita la validità iridata ad uno dei rally più antichi e prestigiosi nel panorama USA, il Press-on-Regardless (PoR per gli amici). Prova su sterrato, si disputava nel Michigan, lo stato di Detroit, Auburn Hills, Dearborn, Cadillac…difficile trovare posto più ispirante. E l’edizione ’73, infatti, ha sede proprio nella Motown americana. Dall’Europa arriva la FIAT, ma la vittoria finale è appannaggio del canadese Boyce su Toyota. L’anno seguente, anche considerando lo stranissimo calendario partorito a causa della crisi petrolifera, il PoR è tra le gare decisive per l’assegnazione del titolo e vede al via, oltre alla FIAT, anche Lancia e Renault. Finirà nel caos più totale, con lo sceriffo di una contea che concede e poi revoca le autorizzazioni, auto che vengono bloccate mentre altre continuano a gareggiare e problemi nel calcolo dei tempi che finiranno per ritardare di parecchio tempo la redazione della classifica definitiva. Alla fine vince Therier con la Renault R17 Gordini. I disguidi e lo scarso interesse locale suggeriranno alla FISA di cercare altri lidi ed il PoR perde la validità iridata.
Vale la pena ricordare che prima del Mondiale questa gara aveva fatto parte del calendario dell’Internazionale Marche 1972, con vittoria finale di Gene Henderson su Jeep Wagoneer (!!). In sostanza, le tre edizioni internazionali del PoR sono segnate dalle novità: la vittoria di un fuoristrada, il primo successo mondiale della Toyota ed il primo successo mondiale della Renault senza il leggendario prefisso Alpine.
ALBO D'ORO 25th Press-on-Regardless 1973: Boyce – Woods (Toyota Corolla) 26th Press-on-Regardless 1974: Therier- Delferrier (Renault R17 Gordini)
Una decina di anni più tardi la FISA, agli ordini del condottiero JM Balestre, ci riprova. Il Mondiale è nel pieno dell’era Gr.B ed ha raggiunto un livello di notorietà stratosferico. La F1 è ad un passo, qualcuno dice addirittura dietro, ad inseguire. Il momento ideale per provare a sfondare anche negli USA. Si cerca quindi una prova alla quale attribuire la prestigiosa validità iridata.
Il papabile è l’Olympus Rally, organizzato nello Stato di Washington, non lontano da Seattle e dal Canada. Si tratta di una prova su sterrati veloci, una sorta di incrocio tra il RAC (per le foreste) ed il 1000 Laghi (per la velocità). Gli organizzatori, che godono dei benefici di uno sponsor come la Toyota, sono anche parecchio fortunati: nel 1986 viene assegnata loro l’ultima casella del calendario, storicamente del RAC, ed il titolo piloti, che pareva deciso dopo la Finlandia, è ancora in ballo. L’Olympus diventa così l’ago della bilancia nella sfida per il Mondiale tra Alen e Kankkunen, nonché ultima gara iridata di sempre per le Gruppo B. L’accoglienza locale è tiepida e la gara non entusiasma più di tanto gli appassionati e gli addetti ai lavori.
L’anno seguente viene collocata sul finire della primavera. Le strade che qualche mese prime erano umide diventano macchine per polvere, causando più di un guaio agli equipaggi ed obbligando gli organizzatori ad intervenire. Si corre ancora una volta nel 1988 con risultati sempre più deludenti. Poi lo stop definitivo e l’addio del Mondiale al Nord America.
ALBO D'ORO 21st Olympus Rally 1986: Alen - Kivimaki (Lancia Delta S4) 22nd Olympus Rally 1987: Kankkunen - Piironen (Lancia Delta 4WD) 23rd Olympus Rally 1988: Biasion - Siviero (Lancia Delta Integrale)
Edited by sisteron - 17/10/2019, 23:47
|