| Anno domini 2011. Il campionato del mondo si appresta a dare inizio ad una nuova stagione della sonnacchiosa era targata Loeb (soprattutto) e Citroen, che da molto tempo ormai hanno stretto il circus iridato in una morsa che anno dopo anno sembra sempre più difficile vedere allentata. Ci sono stati, va detto, momenti in cui la torre d'avorio è sembrata prossima a capitolare (nel 2006 e nel 2007 grazie agli sforzi di Gronholm e Ford, la quale fu comunque ripagata con l'Iride; nel 2009 quasi per caso per i combinati disposti di un Hirvonen attento e tignoso e di un Loeb "cicaleggiante" in estate) ma nel complesso il binomio francese non ha dato segni concreti di logorio, sebbene non sia un mistero che il campione alsaziano stia già pensando ai suoi programmi futuri, ipotizzando presto o tardi un addio al WRC. I fatti di oggi ci dicono che forse forse potrebbe non averci pensato con la dovuta attenzione....ma non è questo il punto... Il punto è che nella stagione che si appresta ad iniziare al fianco di Seb (nota: a quel tempo non era necessario aggiungere numeri) fa capolino un nuovo compagno di squadra, che curiosamente condivide con il titolare inamovibile di casa Citroen tanto la nazionalità quanto il nome di battesimo. Ogier, almeno sul cognome non c'è rischio di confondersi, non ha impiegato molto ad affermarsi come uno dei personaggi di maggiore interesse sul palcoscenico iridato: campione junior nel 2008, subito a suo agio con la C4 durante tutto l'anno successivo (qualche errore, qualche ritiro ma anche tempi ragguardevoli), nel 2010 ha fatto rapidamente il salto di qualità, ottenendo svariati podi, due belle vittorie assolute ed occupando per mesi la piazza d'onore in campionato. Prima che l'annata sia finita la dirigenza del Double Chevron non si fa particolari problemi nel mettergli tra le mani negli appuntamenti su terra il volante che avrebbe dovuto essere di Sordo, non facendo mistero di avere tutte le intenzioni di giubilare a fine stagione lo spagnolo per far sedere il "giovane Sebastien" al fianco di "Seb". E così è stato...
Già a priori si intuisce che la convivenza non si annuncia semplice: Ogier porta con disinvoltura le stigmate dell'astro nascente e per carattere personale non è tipo da fingere, come buona creanza vorrebbe, una modestia che, i fatti successivi lo dimostreranno, evidentemente non possiede. E viste le potenzialità e l'età è pure abbastanza chiaro che a Versailles molti "capoccioni" siano disposti a puntare parecchio su di lui. Loeb, per contro, gode dell'amore incondizionato della squadra e della Francia intera per le sue imprese smisurate ed ovviamente, oltre a non aver tutta questa voglia di pensionarsi, inizia questo 2011 già moderatamente infastidito per il trovarsi a fianco, dopo un'infilata di 7 titoli mondiali (!!!), un compagno decisamente meno accomodante di Sordo, che fatto salvo qualche eccellente exploit su asfalto non aveva le basi per essere una minaccia credibile alla sua leadership e negli anni raramente aveva piantato grane quando si era trattato di dare una mano al suo capitano. I primi scricchiolii non tardano a manifestarsi. Suonati dagli scandinavi della Ford in Svezia (ma Ogier termina davanti al compagno) i due "galletti" si riprendono abbastanza agevolmente, inanellando una vittoria dietro l'altra. Ma ad un Loeb che vince in Messico (con l'altra Citroen out) fa da eco il doppio schiaffone piazzato da Ogier in Portogallo e Giordania. Vittorie che se da un lato non consentono al driver di Gap di prendere la testa del campionato, appesantito com'è dallo zero messicano, dall'altro fanno immagine (molta) e rendono difficile a Seb 1 riuscire a scrollarsi di dosso Hirvonen, che al solito da buona formichina raggranella punti ad ogni occasione. In sostanza... Ogier non rappresenta per Loeb una minaccia diretta in chiave iridata, dove il ruolo di primo inseguitore dell'alsaziano spetta comunque al finlandese della Ford, ma contribuisce non poco a rendergli più complicato del solito il cammino, togliendo punti potenzialmente utili (vedi la vittoria all'Acropoli) ed esacerbando gli animi con il suo atteggiamento (a ragione o a torto, poco importa) non collaborativo.
La situazione precipita inesorabilmente mentre l'estate si approssima all'autunno... Loeb, dopo aver gioito per essersi aggiudicato per la seconda volta il 1000 Laghi (è il primo "non finlandese" a ripetersi sul traguardo di Jyvaskyla), vede infliggersi l'onta della prima e dolorosa sconfitta sulle strade della Germania, prova vinta quasi in carrozza per otto volte, da lui amatissima e, per ragioni geografiche, storica gara casalinga. Dopo una trasferta australiana da dimenticare per Citroen il secondo atto del dramma si svolge sulle speciali dell'Alsazia, che notoriamente è andato ad occupare la casella che dovrebbe essere del TdC con l'unico scopo di consentire al pubblico francese di celebrare in maniera ancor più trionfale il paladino di casa. L'esito è da cuori forti: Ogier vince nuovamente; l'eroe locale viene messo al tappeto dalla sua DS3 dopo un paio di prove. Il peggio va in scena guardando la classifica del campionato: a due appuntamenti dal termine Loeb si vede costretto a dividere la testa della classifica con Hirvonen; il suo irredento compagno di squadra segue a 3 punti (!!!). A questo punto, dopo le tensioni pagate per un intero anno di feroce dualismo tra i propri equipaggi, in Citroen cominciano a volare gli stracci.... C'è un titolo da mettere al sicuro ma permane l'incertezza su quale sia il cavallo su cui puntare; perchè i Seb sono sostanzialmente a pari punti, perchè nessuno dei due è lontanamente disponibile a dare una mano all'altro (con profonda irritazione di entrambi, Loeb per meriti che sente acquisiti sul campo, Ogier per innata ambizione/superbia) e, infine, perchè ad una parte della dirigenza (tra cui, quasi certamente, il gran capo Quesnel) l'idea che la corona possa passare di mano non appare nemmeno troppo malvagia in chiave futura. Ipotesi questa che il grosso della squadra e del pubblico transalpino vedono con orrore, alla pari di un'usurpazione, e che atterrisce per le potenziali conseguenze di immagine/mercato i vertici della casa di Quai de Javel, che sull'ex-ginnasta hanno costruito buona parte dei successi commerciali dell'ultimo lustro. Alla fine, forse per il caso (o forse no?) un altro motore, quello rotto da Ogier in Spagna, risolve almeno in parte la questione, lasciando che al RAC siano nuovamente il veterano Loeb ed il suo abituale sfidante Hirvonen a giocarsi il titolo, che finirà immancabilmente al francese a valle di un doppio ritiro.
Di cocci però ne restano sul campo parecchi... Ogier, intuendo che l'aver sfidato pericolosamente un monumento come il connazionale gli ha alienato le simpatie di una parte consistente dei media e degli appassionati transalpini, per non parlare del grosso del suo stesso team, capisce che se vuole continuare la sua ascesa è opportuno cambiare rapidamente aria ed accetta un anno di purgatorio con la Fabia S2000 (dove sarà autore di parecchi miracoli), con la prospettiva di sedersi dal 2013 sulla nuova arma VW, di cui si vociferano (a ragione!) meraviglie. Loeb resta al suo posto, in Citroen, per quello che dovrebbe essere il suo canto del cigno in vista di nuove sfide, sempre da portabandiera PSA. Al comando del vapore, tuttavia, arriva a sorpresa Yves Matton, che da inizio 2012 subentra a Quesnel. È sufficiente il paragone in termini di competenza e risultati ottenuti per comprendere facilmente come questa decisione non sia stata certamente legata alla voglia di cambiare in meglio, quanto piuttosto dalla volontà dei vertici di dare un segnale chiaro al gruppo intestino che aveva osato ipotizzare il "regicidio" di Seb 1, del quale il pragmatico Olivier, cresciuto in PTS alla scuola di Todt, sicuramente aveva fatto parte. D'altronde così come non c'erano state esitazioni nel sostituire il fedele ma "tranquillo" Sordo con un galletto fresco di schiusa è facile comprendere che almeno lui 2+2 lo avesse fatto, quantomeno nel valutare obiettivamente un'equazione dove da un lato sta il grande campione, al quale essere grati, ma che non nasconde di voler provare nuove esperienze (salvo poi cambiare altre dieci volte idea) e dall'altro il potenziale pilota sul quale investire per il decennio successivo.
Logico domandarsi come avrebbe potuto evolversi la storia se quel campionato fosse finito a sorpresa a Seb 2; o, almeno, se non si fosse palesata in maniera così evidente l'ostilità dell'ambiente Citroen nei suoi confronti, tanto da spingerlo verso altri lidi. Intanto è praticamente certo che Ogier sarebbe rimasto in Citroen, con i galloni di prima guida, e questo sicuramente avrebbe determinato parecchie differenze negli anni da poco trascorsi: la presenza di un driver di quel livello, mancato al team francese dopo il parziale ritiro di Loeb, avrebbe consentito alla DS3 di continuare ad essere competitiva anche nel periodo dal 2013 al 2016, vissuto invece in secondo piano dalla squadra di Versailles. E sempre Ogier avrebbe potuto contribuire a sviluppare la successiva C3 WRC+, nata male proprio perchè non affidata con regolarità ad un pilota di prima grandezza. Per contro c'è da pensare che proprio Ogier avrebbe finito per raccogliere meno successi di quelli che ha ottenuto: rimanendo con i francesi sarebbe stato molto più difficile avere la meglio sulla concorrenza di Ford e VW. La prima, per esempio, avrebbe potuto beneficiare non poco di una rottura tra Loeb e la Citroen: un campione del suo calibro difficilmente si sarebbe arrischiato nell'accasarsi ad un team al debutto (VW), per quanto giudicato da molti di grande livello; più probabile, visto anche lo storico rapporto di stima con Malcom Wilson, che avrebbe puntato sulla collaudata Fiesta. Ed avrebbe potuto essere una scelta molto interessante, dato che l'auto era sicuramente competitiva ma ha finito per pagare nei suoi ultimi anni la carenza di una stella ed il conseguente abbandono degli sponsor. Con Loeb dietro al volante l'una e l'altra cosa difficilmente si sarebbero manifestate e c'è da credere che non solo i britannici avrebbero potuto raccogliere prima le soddisfazioni arrivate dopo il 2017 ma la stessa MSport potrebbe trovarsi oggi in acque economicamente meno tormentate... E che dire dalla VW? La Polo sarebbe comunque stata una vettura eccellente, con Ogier o senza; d'altronde a svilupparla è stato soprattutto Sainz, che già era a Wolfsburg quando il driver di Gap è arrivato. È chiaro, tuttavia, che senza Seb 2 le vittorie sarebbero arrivate con una frequenza decisamente minore. Probabile, ipotizzando un Ogier in Citroen ed un Loeb in Ford, che effettivamente alla guida avrebbe potuto esserci JML, come è stato, e si potrebbe pensare che il finlandese almeno una coroncina avrebbe potuto prendersela: nel 2014, a parità di auto, i giochi si chiusero soprattutto per la sciagurata uscita in Germania, a rally vinto; con il rivale in forza alla Citroen le chance di arrivare in fondo alla stagione davanti a tutti sarebbero state maggiori.
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