| Torno su quanto affermato da Baffor:
"...il suo 1978 in casa Fiat fu "piuttosto" travagliato.... può un campione trasformarsi in brocco? e poi quante strane rotture... Può darsi che pagò l'appartenenza di lungo corso alla casa di Chivasso e i poteri interni della squadra corse."
Non penso che il 1978 di Sandro sia stato travagliato per strani poteri interni della squadra corse Fiat. Sandro è stato un grandissimo campione di rally e non solo (per esempio Targa Florio). Campione lo è ancora oggi per la sua disponibilità, per la passione per i rally e le auto in genere, passione che non sembra spegnersi. Sandro però ad un certo punto della sua carriera ha dovuto confrontarsi con altri piloti più giovani (tanti) e altri mezzi più performanti (tanti) a differenza di piloti di oggi fortissimi ma al volante di vetture monomarca e con al massimo cinque avversari, tanto per citarne molti. Il punto della sua carriera che ho citato, è stato il periodo che stava per segnare il suo ritiro dalle competizioni, tutto qua. Quanto ai poteri occulti che, secondo alcuni, dovrebbero pervadere nelle squadre corse uffciali delle Case, penso che molto è frutto di pura fantasia. Discorsi da bar sport, insomma. Certo, sono esititi e forse esistono ancora, i così detti giochi di squadra fatti però alla luce del giorno, ma penso che ciò faccia parte del gioco per dei professionisti. Tutti i lavoratori, in qualche modo, sono coinvolti nell'andamento della "azienda" per la quale lavorano e, in qualche caso, sono anche pronti a fare dei sacrifici, pur di ottenere dei risultati positivi. Quindi, non sono esistite, sia per Sandro sia per altri, strane rotture o altro. Se mai una squadra corse ufficiale avesse fatto una cosa del genere sarebbe stato un clamoroso autogol. Nulla di tutto ciò. E' vero che un leader può godere di alcuni vantaggi, ma questi gli vengono forniti proprio perchè è un leader. Esempio: è chiaro che se da un motore della Stratos riuscivano a cavare qualche cavallo in più o a dotarlo di un ultimo aggiornamento, questo motore lo montavano sulla Stratos del Drago essendo lui il campionissimo, il leader della squadra corse Lancia, ma dalla gara successiva, tutti potevano disporre degli stessi aggiornamenti se non era stato possibile fornirglieli prima. Per non dilungarmi, voglio dire che questo tipo di discorso poteva valere per altre situazioni. Certo, esisteva il pilota che, al boss a capo del reparto, poteva essere più simpatico o meno, più comprensivo o più cocciuto. Un vero professionista, però, doveva e deve sottostare ai giochi di squadra e dimostrare invece sul campo, in questo caso si strada, quanto vale. Ricordate il Sanremo in cui il taciturno Waldegaard sulla Stratos all'ultima prova speciale è stato fatto partire con quattro secondi di ritardo per metterlo alla pari con un compagno di squadra che gli era dietro di quattro fottuti secondi? E questo pilota che era? Sandro Munari. In anni di squadra ufficiale non ho mai assitito a strani poteri interni al reparto corse. Al rally di Sanremo 1977, per esempio, l'ordine della squadra ufficiale Ford era quello che, se sul finire del rally, noi con la Escort gruppo 1 fossimo stati in una posizione tale da garantire alla marca più punti in campionato mondiale delle Escort gruppo 4, Waldegaard e Vatanen avrebbero dovuto rallentare per consentire il nostro sorpasso su di loro, ma i nostri problemi nelle prime prove speciali non resero possibile la "manovra". E' stato, questo, un gioco di squadra, uno dei tanti, positivi o non, in cui con Bobo Cambiaghi ci siamo trovati in mezzo, ma da professionisti ci siamo "adattati" anche a queste situazioni.
Edited by Twinmaster - 7/1/2010, 09:12
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